Morte maresciallo Gioia, esperti avvalorano l’ipotesi suicidio. Balistica decisiva? Udienza finale il 26 marzo

Morte maresciallo Gioia, esperti avvalorano l’ipotesi suicidio. Balistica decisiva? Udienza finale il 26 marzo

SIRACUSA – Importanti novità emergono dal processo per la morte del maresciallo dei carabinieri Licia Gioia, avvenuta a Siracusa nel 2017. Fin dall’inizio la vicenda aveva assunto delle tonalità misteriose. Dal suicidio della donna si è passati alle accuse pesanti di omicidio nei confronti del marito, Francesco Ferrari, 46 anni, agente della Questura di Siracusa.

Inizialmente, l’uomo era stato accusato di istigazione al suicidio, ma il processo ha poi preso la via dell’accusa di omicidio vero e proprio, fino all’ultima novità. Il tutto perché dietro il suicidio o l’omicidio della donna si celerebbero contrasti di gelosia tra i due protagonisti della triste storia.

Nell’udienza di oggi, infatti, gli esperti avrebbero confermato che “le piccole tracce di sangue sul palmo” di Licia Gioia, non confermerebbero l’omicidio, ma anzi è possibile che siano arrivate lì per gli schizzi derivanti dal colpo alla tempia sparato dalla stessa Gioia. L’accusa invece, ha sempre sostenuto che le goccioline di sangue sarebbero una prova che ciò che successe quella tragica notte sia da attribuire alla mano del poliziotto indagato.

La verità, perlomeno quella processuale, si avvicinerà il 26 marzo prossimo. Giorno della discussione finale tra le parti.

Immagine di repertorio