San Pietro Clarenza e sospensione linea Amt, STORIA di un disagio che “risveglia” i cittadini

San Pietro Clarenza e sospensione linea Amt, STORIA di un disagio che “risveglia” i cittadini

SAN PIETRO CLARENZA – Un clima di incertezze e di curiosità per gli eventi che segneranno i prossimi mesi aleggia per le strade di San Pietro Clarenza, paese del capoluogo etneo.

In genere, l’estate è il momento in cui i cittadini, specialmente gli anziani, approfittano delle giornate soleggiate per discutere delle novità locali o delle vacanze. Quest’anno, però, sono due gli argomenti che agitano gli animi della popolazione clarentina: la difficile situazione dell’amministrazione comunale e la sospensione temporanea della linea Amt 556 nel territorio paesano a partire dallo scorso 12 agosto.

Basta fare un giro per le vie principali e ascoltare i discorsi animati di persone che hanno sempre vissuto a San Pietro Clarenza o di neo-residenti per comprendere che non si tratta di un momento facile per il centro etneo.

La sospensione temporanea del servizio Amt nel territorio clarentino ha destabilizzato i cittadini. Fino a pochi giorni fa, studenti e lavoratori pendolari, ma anche pensionati e piccoli gruppi di turisti, utilizzavano i mezzi dell’Azienda Metropolitana Trasporti di Catania per raggiungere il capoluogo etneo. Costi contenuti, orari più o meno ben definiti in base alle esigenze dell’utenza e fermate facilmente raggiungibili in più punti del paese negli anni hanno contribuito a rendere la linea 556 un servizio indispensabile per decine di persone.

Il peso della presenza dell’autobus urbano sul benessere della comunità si è compreso in modo evidente nel momento in cui è stata annunciata la sua temporanea sospensione, in pieno periodo di ferie e appena un mese prima dell’inizio delle attività scolastiche. L’annuncio ufficiale ha scatenato l’indignazione generale e ha letteralmente “risvegliato” la popolazione clarentina, spesso ritenuta “passiva” e poco interessata a chi la osserva dall’esterno.

Alla comunicazione della sospensione sono partite invettive contro la classe politico-amministrativa, voci “di corridoio” talvolta divergenti e, soprattutto, dubbi e quesiti su presunti debiti ed eventuali soluzioni al disagio. Anche se qualcuno cerca di individuare un “colpevole”, la maggior parte della popolazione ha scelto l’unità e il dialogo al fine di garantire quello che per molti non è un banale servizio ma un vero e proprio bisogno.

“Il problema riguarda tante sfaccettature. Non riguarda solo noi, i lavoratori, gli studenti o chi utilizza la linea Amt. Come si vendono le case in un paese senza un servizio fondamentale? Come può un nipote senza auto andare a trovare la nonna anziana o un pensionato recarsi in centro per trascorrere il pomeriggio in compagnia degli amici?”, ha dichiarato una rappresentante del Comitato Pro Amt nel corso della riunione organizzata lo scorso 27 agosto per discutere la questione. “È una situazione straordinaria, che interessa tantissimi di noi”: sono parole che indicano non solo la necessità di una soluzione, ma anche il timore che il disagio possa avere ripercussioni sulla vita quotidiana dell’utenza e sui lavoratori di alcuni settori, come quello immobiliare o edilizio.

L’intervento del Comitato è stato seguito dalle dichiarazioni chiarificatrici di alcuni consiglieri comunali, che hanno spiegato la difficile posizione dell’Ente e tentato di porre fine ai dubbi che attanagliano le menti dei cittadini. Al contrario di quanto precedentemente sostenuto da molti, il problema non è stato originato da fatture non pagate o pagamenti non corrisposti. Nonostante un debito nei confronti dell’Amt esista (e questo sembra essere un fatto comune in diverse aree dell’hinterland etneo), la richiesta di sospensione della linea 556 non dipenderebbe da questo. E, altro mito da sfatare, non sarebbe affatto una scelta politica ma di natura esclusivamente amministrativa.

“Un servizio tolto crea sempre disagi e ne siamo consapevoli. La situazione, però, è così perché ci siamo trovati di fronte a determinate problematiche: la convenzione con l’Amt era stata stipulata fino al dicembre 2018. Nel rifarla nel 2019, il comandante della polizia locale ha espresso delle perplessità, benché nel nostro piano triennale le somme da destinare al servizio Amt fossero previste. Inoltre, siamo temporaneamente in gestione provvisoria e senza bilancio di previsione per il prossimo anno. Pur essendoci la copertura prevista per gli anni 2018-2020, nel nostro caso la proposta di proroga della convenzione è arrivata tardivamente e la richiesta d’impegno di spesa è stata restituita al pagamento con esito negativo in quantopriva di copertura finanziaria per mancanza di fondi’. Di fronte a questa risposta, il comandante della polizia locale, al fine di tutelare l’Ente, ha suggerito la sospensione”, spiegano i rappresentanti comunali.

“Si tratta di un tecnicismo: manca la copertura finanziaria (e non economica), sospendiamo il servizio, che tra l’altro è anche piuttosto oneroso (circa 100mila euro l’anno). Non è quindi una questione di fatture non pagate e la sospensione della linea non è relativa a un credito dell’Amt nei nostri confronti”, continuano.

E l’Amt, che posizione ha assunto in questa complessa situazione? I consiglieri hanno risposto anche a questa domanda: “L’azienda non ci invita a sospendere il servizio. La sospensione è una misura preventiva per evitare la formazione di nuovo debito in assenza di copertura finanziaria”. In più, è stato chiarito che i rappresentanti del paese e dell’azienda di trasporti non si tirano indietro di fronte alla possibilità di una trattativa.

Sarebbero però le questioni burocratiche a rappresentare un problema: prima dell’insediamento del nuovo commissario straordinario e di quello addetto al bilancio non si potrà procedere all’approvazione del bilancio e a tutte le procedure necessarie per una nuova convenzione e il ripristino del servizio. Sembra, quindi, che saranno necessari tempi abbastanza lunghi per risolvere la situazione, nonostante l’impegno collettivo.

È possibile procedere a ulteriori soluzioni, come il potenziamento del servizio Ast (che al momento ha costi più elevati per i pendolari e attraversa il paese solo lungo l’asse nord-sud) o la disposizione di una navetta che conduca a parcheggi scambiatori o al vicino quartiere San Giovanni Galermo? Ogni idea proposta, purtroppo, comporta delle difficoltà economiche, burocratiche e/o gestionali che non permettono di eliminare il disagio in tempi rapidi. Tuttavia, i cittadini e i loro rappresentanti attendono speranzosi la nuova “partenza” del paese e cercano di non spegnere i riflettori sui problemi della comunità.