È giunto il tanto atteso giorno di Natale, che racchiude in sé tanti valori e tante tradizioni: la venuta di Gesù, la nascita e l’incarnazione di Dio. Questo per molti cristiani il significato più profondo del 25 dicembre.
Ma per gli stessi, e tanti altri, è occasione per vivere una giornata di festa in famiglia. E, quindi, tutti a tavola a mangiare! Si sa, la Sicilia è ricca di tradizioni, soprattutto culinarie!
Molte di queste si tramandano di generazione in generazione, seppur con delle modifiche apportate, a volte, dall’estro di qualche “improvvisato” chef.
Ecco che arriva l’ora “x” e tutti siamo in trepida attesa che vengano serviti i cappelletti. La vera tradizione, infatti, vede il cappelletto primeggiare sul tortellino. Solitamente è ripieno di carne di tacchino e viene servito immerso nel brodo ricavato dallo stesso animale. Poi, ovviamente, si può dare un tocco di sapore in più con il parmigiano.
Così si passa al secondo. Tipico piatto è il tacchino ripieno… e quello che si cela dietro alla realizzazione di questa pietanza è una vera e propria opera d’arte e… chirurgica! Deve essere, infatti, disossato e poi riempito con una particolare farcitura, ricavata dall’impasto di salsiccia, macinato di manzo o vitella e, ovviamente, aromatizzato.
Infine, non possono che esserci i dolci. Al classico panettone, si aggiungono i “cuddureddi”, il “torrone”, i “nucatuli” ed il “buccellato”.
Per alcuni, oltre ad un piacere, è anche una “sofferenza”. Già, perché la sera prima c’è il fatidico cenone di Natale. Ed anche qui, non ci si risparmia. I cibi sono meno “elaborati”, ma la sostanza non manca. Tipiche sono la scacciate, specialmente con tuma e broccoli. Ma ci sono anche quelle ripiene con salsiccia o con le acciughe. Un ruolo da prima donna lo vestono anche le lasagne e le crispelle di riso.
Qualunque abbiate scelto voi, una cosa è certa, che ce n’è per tutti i gusti. Buone feste!