“Shots”, di Alice Sgroi e Francesco Bernava: la fragilità dell’esistenza umana in Bukowski

“Shots”, di Alice Sgroi e Francesco Bernava: la fragilità dell’esistenza umana in Bukowski

 CATANIA – Al Teatro del Canovaccio è andato in scena “Shots”, ispirato ai racconti di Charles Bukowski e prodotto dall’associazione culturale “Mezzaria”.

Realismo e surrealismo, romanticismo ed erotismo, serietà e ironia, luoghi comuni ed emozioni sovversive, mescolate in uno spettacolo breve ma intenso di, e con, Alice Sgroi e Francesco Bernava.

I due artisti hanno portato in scena tre storie molto diverse tra loro, che mostrano la fragilità dell’esistenza umana, l’imprevedibilità delle emozioni, il disincanto, la ricerca dell’amore nelle sue contraddittorie manifestazioni.

Nella prima, “Time-lapse”, una coppia ripercorre le fasi e i momenti della relazione, dal primo incontro ai momenti di crisi. È di fronte agli sforzi per “venirsi incontro”, per soddisfare la loro reciproca, seppur celata, curiosità che riescono a mutare insieme.

Nella seconda storia, “Trentacentimentri” (premio “Miglior regia” al Festival Nazionale di corti teatrali “O Curt” del 2018), una coppia molto diversa dalla precedete risulta alle prese con le follie surreali della donna, atte a modificare radicalmente il proprio uomo, che verrà trasformato in un pupazzo rigido di 30 centimetri, in grado di soddisfare i suoi appetiti sessuali. Al tentativo femminile estremo di oggettualizzare l’uomo, si accompagna, in modo complementare, il piacere masochistico del partner di assecondare i desideri della compagna.

Nella terza storia, “Hank&Tess”, i due protagonisti incrociano le loro esistenze in una realtà che li ha messi a dura prova. Hank, giovane emarginato e con tendenza all’abuso di alcool, si innamora di Tess, prostituta apparentemente incapace di realizzare sentimenti profondi che, dopo aver rifiutato la proposta di matrimonio, si ucciderà.

Tre situazioni diverse che mostrano come la vita sia un teatro di emozioni, ognuna da poter essere vissuta a fondo come quando si manda giù uno “shot”, tutto d’un fiato e fino all’ultima goccia. Non a caso, infatti, l’elemento di liaison delle tre storie è rappresentato dallo Scotch.



La scenografia essenziale dello spettacolo, validamente supportata dalla bravura degli attori, consente allo spettatore di potersi immedesimare, concentrare sul “sentito”, soprattutto durante le digressioni introspettive.

I frequenti momenti d’ironia, invece, rendono leggera e facilmente fruibile la rappresentazione.

Il linguaggio spontaneo e senza troppi filtri richiama in maniera diretta la poetica di Bukowski che, con il suo “Dirty realism” (“Realismo sporco”), ha celebrato della vita i suoi piccoli frammenti, scomponendola nella sua visione d’insieme. Passione per i dettagli, per la sregolatezza, per il tormento, per il disordine, per le donne, per il sesso, per l’alcol, su cui riversare ogni necessità.

Un’esigenza, forse, strettamente connessa alla condizione di crisi esistenziale dell’uomo moderno che, con estrema urgenza e per sfuggire a monotonia e disillusione, si perde nell’enigma di ogni singola emozione, sia pure comunemente giudicata immorale, purché vissuta pienamente.

Lo spettacolo, dopo 4 sold out, sarà ripresentato in altre due repliche straordinarie stabilite per venerdì 25 e sabato 26 gennaio alle ore 21, nuovamente al Teatro del Canovaccio.

Si ringrazia per le foto Dino Stornello