Cenoni e avanzi, il conto salato del Natale: 500mila tonnellate di cibo nella spazzatura

Cenoni e avanzi, il conto salato del Natale: 500mila tonnellate di cibo nella spazzatura

Tra tavole imbandite oltre misura e acquisti fatti “per sicurezza”, il periodo natalizio si conferma uno dei più critici dell’anno sotto l’aspetto dello spreco alimentare, con ricadute che incidono sia sulle tasche delle famiglie sia sul piano sociale e ambientale.

Le stime elaborate da Assoutenti parlano chiaro: nel corso delle festività natalizie vengono buttate via circa 500mila tonnellate di cibo, tra alimenti e bevande. Uno spreco enorme che, tradotto in termini economici, può arrivare a pesare fino a 80 euro per nucleo familiare

Il picco tra Vigilia, Natale e Santo Stefano

I giorni più “a rischio” sono quelli centrali delle celebrazioni: la cena della Vigilia, il pranzo di Natale e quello di Santo Stefano. È in queste occasioni che, secondo l’associazione dei consumatori, si concentra la maggiore quantità di cibo sprecato, complice una pianificazione imprecisa e l’abitudine a cucinare porzioni abbondanti ben oltre il necessario.

“Parliamo di prodotti che nella maggior parte dei casi sono ancora perfettamente commestibili nei giorni successivi, ma che vengono comunque eliminati”, sottolinea Assoutenti, evidenziando come il problema sia spesso legato più alle abitudini che a reali esigenze di sicurezza alimentare.

Cosa finisce più spesso nella spazzatura

A essere gettati con maggiore frequenza sono gli alimenti freschi: frutta e verdura in testa, seguite da pane, pasta e pesce, che avanzano regolarmente dopo i pasti festivi. Una contraddizione evidente, se si considera che molti di questi prodotti potrebbero essere recuperati e riutilizzati con facilità.

Anche i dolci tipici delle feste rientrano tra i più sprecati. Panettoni, pandori e torroni, acquistati in quantità eccessive, restano spesso inutilizzati una volta terminato il periodo natalizio. Lo stesso accade alle bevande: spumanti, vini e bibite comprati in abbondanza finiscono per essere accantonati o, nei casi peggiori, buttati.

Un danno economico e ambientale

Lo spreco non si traduce solo in una perdita di denaro per le famiglie, ma ha anche un impatto significativo sull’ambiente. Ogni alimento prodotto e non consumato comporta un dispendio inutile di risorse, energia ed emissioni legate alla filiera produttiva e allo smaltimento.

“Ridurre gli sprechi significa tutelare il portafogli, ma anche contribuire a un modello di consumo più sostenibile”, ricorda Assoutenti, invitando a ripensare le abitudini di acquisto e di consumo, soprattutto durante le festività. “Invitiamo le famiglie a fare acquisti mirati, calibrando le quantità sul numero reale di ospiti”, afferma il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso.