Pelle che soffre, pelle che ricuce

Pelle che soffre, pelle che ricuce

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Veniamo al mondo con una pelle che neanche immaginiamo possa cambiare colore talmente tanto.  Siamo camaleonti che si mimetizzano finché non trovano rifugio. Ci adattiamo a ciò che ci  circonda. In una stanza di fiori appassiti non vedremo acqua e non ne cercheremo. In un giardino di  fiori colorati saremo tulipani. Siamo serpenti in continua muta, mai contenti di ciò che siamo,  stanchi di vedere sempre lo stesso riflesso allo specchio, in preda al cambiamento. Chi ha i ricci li  piastra, chi li ha lisci fa la permanente. Chi ha i capelli castani, li tinge biondi, chi li ha biondi  castani.  

Veniamo al mondo con occhi inconsapevoli di tutto ciò su cui si fermerà il nostro sguardo. Siamo  farfalle che sprecano l’unico giorno di vita per paura di allontanarsi dal giardino. Siamo formiche  che criticano le cicale, e muoiono senza aver imparato a cantare. Occhi che si innamorano del mare, del cielo, ma che li confonderebbero tra loro se una linea non li dividesse.  

Veniamo al mondo con gambe che neanche immaginiamo possano camminare così tanto. Siamo  leoni, forti nella foresta, rinchiusi in gabbia al circo.  

Veniamo al mondo con mani che neanche immaginiamo possano incrociare così tante dita. Siamo  pinguini che dimostrano amore donando sassolini. Cani che cercano gatti. Gatti che cercano topi.  Topi che fingono di scappare. 

Veniamo al mondo con un cuore che neanche immaginiamo possa spezzarsi talmente tanto e  rimettere tutti quei piccoli pezzi insieme in un tale capolavoro. Siamo un quadro di Van Gogh. La  mattina di Natale per i bambini. Il sorriso di uno sconosciuto. La pizza appena sfornata. Le rughe  degli anziani. L’abbraccio in cui si dice addio. Film Disney ancora da inventare.  Siamo coccinelle che si chiedono perché la gente si impegni a cercarle. Pavoni a volte, conigli altre. Lumache veloci. Fazzoletti bagnati di lacrime altrui. Sorrisi finti. Rabbia improvvisa. Iene  impazzite. Mare calmo e agitato.  

Veniamo al mondo privi di tutto, contadini che devono ancora prendere il raccolto. Valigie vuote di  chi sta per partire, che si riempiranno durante il viaggio.  

Veniamo al mondo inconsapevoli che una strada che prenderemo ci cambierà profondamente, più di tutte le altre. Alda Merini ha scritto: “ognuno di noi ha vissuto qualcosa che l’ha cambiato per  sempre”.  

Veniamo al mondo inconsapevoli di quanta poesia troveremo in ogni particolare, ed è meglio così.  Se non potessimo avere l’opportunità di scoprire da noi quanto dolore e gioia affronteremo e come,  la vita non avrebbe senso. Ognuno di noi è un insieme di contraddizioni, non è solo gioia e neanche  solo dolore. Una volta venuti al mondo l’invito che ci viene posto è di vivere ed il consiglio  migliore per farlo è, come ha scritto Massimo Bontempelli, “brilla gocciastella”.

Silvia Distefano 3^BSU – LICEO ETTORE MAJORANA – SAN GIOVANNI LA PUNTA (CT)

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