Porto di Catania, controllati diversi cantieri: rischio danni ambientali e lavoratori non in sicurezza

Porto di Catania, controllati diversi cantieri: rischio danni ambientali e lavoratori non in sicurezza

CATANIA – Nei giorni scorsi, gli agenti del commissariato Borgo-Ognina, all’interno del porto di Catania, hanno controllato due cantieri navali regolarmente aperti e con personale dipendente impegnato nell’attività di specifica competenza.

Da un’attenta osservazione, sono state notate delle ampie macchie di liquami (olii e grasso) sul sedime portuale, rifiuti mal gestiti e alcuni operai intenti ad effettuare saldature senza le dovute protezioni.

Per questo, è stata effettuata la ricognizione dei luoghi compresi in un’area di circa 200 metri quadri in cui è stato controllato anche un container. Sul posto erano presenti, oltre ad un’elevata quantità di materiale ferroso ed elettrico in pessimo stato di conservazione, in parte arrugginito e impregnato di oli e grassi da motore fuori uscenti e non bonificati, batterie dismesse, pneumatici usati, presenza di bidoni riciclati con all’interno liquidi/olii da motore ancora non identificati ed altri rifiuti.

Fatto di rilievo è che buona parte dei grassi e degli olii erano riversati per terra, quindi nel tempo sarebbero stati assorbiti dal suolo. È opportuno aggiungere che la pendenza del suolo portuale in direzione del mare, potrebbe determinare, in caso di pioggia, il versamento dei rifiuti in mare; fra l’altro la presenza di tracce di grasso da motore facevano presumere la concretizzazione del rischio ambientale. È stato anche rinvenuto un carrello elevatore in disuso e in pessimo stato di conservazione, probabilmente in attesa di demolizione.

Il titolare del cantiere, interpellato a tal riguardo, ha riferito di non avere ancora provveduto a smaltire i rifiuti per negligenza ed imperizia.

Alla luce di quanto emerso e per evitare il perpetrarsi del reato di gestione illecita di rifiuti con relativo danno ambientale, la polizia ha proceduto ai sensi dell’art 321, comma 3 bis, c.p.p. al sequestro penale dei rifiuti delle aree interessate alla raccolta e gestione illegale di detti rifiuti e il titolare è stato indagato ai sensi dell’art. 256 D.L 152/2006 per gestione illecita dei rifiuti.

In seguito, è stato controllato un altro cantiere navale. Sul posto, sono stati sorpresi 2 dipendenti intenti ad effettuare lavori di saldatura senza le dovute protezioni. Inoltre, vicino all’attività, quindi nel suolo portuale, è stata trovata un’invasatura in acciaio di circa 12 metri quadri, lasciata in detto luogo da diversi mesi senza la prevista autorizzazione. Il proprietario si è giustificato, affermando di non avere uno spazio dove detenerla.

Per questo motivo, il titolare è stato indagato per il reato di invasione di terreni ai sensi dell’art. 633 del c.p. e per il reato posto a tutela dei lavoratori di cui all’art. 18, c. 1 lett d, D. Lvo 81/2008 (“Testo Unico sulla salute e sicureza del lavoro”).