Scambio di voti nel Comune di Petrosino, arrestati boss e consigliere comunale

Scambio di voti nel Comune di Petrosino, arrestati boss e consigliere comunale

PETROSINO Scambio elettorale politico mafioso: con questa accusa due individui sono stati arrestati dai carabinieri del comando provinciale di Trapani. Uno di loro è Michele Buffa, consigliere comunale di Petrosino (Trapani), che ha ricevuto l’ordine di rimanere ai domiciliari. L’altro è Marco Buffa, già coinvolto in inchieste di mafia, che il giudice ha invece deciso di mettere in carcere. Questa misura cautelare è stata adottata nell’ambito delle indagini sulla latitanza di Matteo Messina Denaro, che hanno portato all’arresto il 6 settembre scorso di 35 persone sospettate di associazione di tipo mafioso, estorsione, turbata libertà degli incanti, droga, porto abusivo di armi e gioco d’azzardo aggravati dal metodo mafioso. Marco Buffa, già condannato per associazione mafiosa in via definitiva e per aver favorito la latitanza dei boss del mandamento di Mazara del Vallo, è stato arrestato dai carabinieri a settembre. Secondo le indagini, avrebbe promesso di procurare voti per il candidato al consiglio comunale di Petrosino in cambio di denaro e del sostegno politico del candidato ai clan.

Secondo gli inquirenti, durante la campagna elettorale per le elezioni comunali a Petrosino nell’aprile 2022, Marco Buffa avrebbe incontrato alcuni candidati già considerati vincenti, svolgendo una vera e propria campagna elettorale in loro favore in cambio di denaro, promesse di lavori socialmente utili e assunzioni di amici nell’azienda del candidato sponsorizzato.

I carabinieri hanno effettuato perquisizioni domiciliari e notificato avvisi di garanzia per presunto scambio elettorale politico-mafioso nei confronti di un rappresentante del consiglio comunale di Petrosino e di un altro indagato che avrebbe assicurato comunicazioni riservate tra i soggetti coinvolti.

Questo provvedimento fa parte delle indagini condotte dai carabinieri per catturare l’ex latitante Matteo Messina Denaro, che ha portato all’arresto di 35 persone indiziate di associazione di tipo mafioso, estorsione, reati in materia di stupefacenti, gioco d’azzardo e altro, tutti aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose, nell’ambito dell’operazione Hesperia del 6 settembre scorso.

L’operazione Hesperia

L’operazione Hesperia è stata una grande operazione antimafia che avvenuta nel 2022. L’operazione ha portato all’arresto di 33 persone accusate a vario titolo di reati mafiosi tra cui associazione di tipo mafioso, estorsione, reati in materia di stupefacenti, porto abusivo di armi, gioco d’azzardo e altro. Tra gli arrestati, ci sono stati nomi noti della criminalità organizzata di Marsala, Mazara, Campobello di Mazara e Castelvetrano, nonché diversi volti nuovi.

L’operazione è stata vista come un importante passo avanti nella lotta contro la mafia, e alcune persone hanno persino suggerito che abbia messo le basi per la successiva cattura di Matteo Messina Denaro, il boss della mafia siciliana, catturato il 16 gennaio scorso.

L’operazione ha portato all’arresto di persone in tutta la provincia per fatti diversi, tutti legati all’organizzazione mafiosa. Inoltre, le indagini hanno dimostrato l’attività di infiltrazione di cosa nostra trapanese nel tessuto economico, con riferimento a condizionamenti di aste giudiziarie e gare d’appalto e, alla gestione, in forma pressoché monopolistica, del settore della sicurezza nei locali notturni e del recupero crediti.

Le indagini hanno anche ricostruito rapporti che vanno al di là della provincia di Trapani, con la mafia palermitana, agrigentina e catanese nel cui ambito i mafiosi trapanesi venivano indicati come “quelli che appartengono a Matteo Messina Denaro”. Alcuni degli arrestati sono stati messi ai domiciliari, mentre altri sono stati posti in custodia cautelare in carcere. Tra i nomi di spicco degli arrestati c’è Francesco Luppino, uscito dal carcere poco più di tre anni fa dopo aver scontato una lunga condanna per mafia e accusato di aver ricostruito la rete di relazioni di Cosa nostra tra Campobello di Mazara, Mazara, Castelvetrano e Marsala.