TRAPANI – Durante l’interrogatorio di garanzia, il medico Alfonso Tumbarello di Campobello di Mazara, che curava il boss Messina Denaro e il cugino Andrea Bonafede, omonimo del geometra che fornì la sua identità al padrino, hanno risposto al giudice istruttore.
I due sono stati arrestati due giorni fa con le accuse di complicità esterna con un’associazione mafiosa, falsificazione di documenti e agevolazione dell‘evasione della pena, aggravati dal fatto di aver favorito la criminalità organizzata nota come Cosa Nostra.
Durante l’interrogatorio, il medico Tumbarello che ha curato il capomafia Messina Denaro per il suo cancro, ha dichiarato di non aver mai sospettato che il vero paziente fosse qualcun altro rispetto a quello per cui aveva emesso 137 ricette e analisi intestate ad Andrea Bonafede.
Ha affermato di aver creduto che fosse proprio Bonafede a soffrire di tumore e di averlo curato solo tramite prescrizioni senza averlo mai visitato. Tumbarello ha anche detto che il suo assistito desiderava che la sua malattia restasse segreta, il che spiegava alcuni suoi comportamenti, tra cui il fatto che non si recasse personalmente allo studio. Tuttavia, ha ammesso di aver agito da intermediario tra l’ex sindaco di Castelvetrano, Vaccarino, e Salvatore Messina Denaro, fratello del boss.
D’altro canto, Andrea Bonafede ha affermato di aver solo obbedito alle richieste del cugino che diceva di essere gravemente malato. Ha dichiarato di essere stato solo un tramite tra lui e il medico, consegnando e ricevendo i documenti sanitari necessari per le terapie.
Fonti sanitarie e penitenziarie hanno riferito che Matteo Messina Denaro, attualmente detenuto nel carcere di massima sicurezza de L’Aquila, ha espresso la sua frustrazione per le informazioni che riceve dai telegiornali: “Sono arrabbiato per quello che sento nei notiziari“, ha affermato.
Ha dichiarato che sul suo caso sono state divulgate informazioni errate e che tutto è causato da equivoci. A dispetto dei primi giorni di reclusione, il capomafia ora presta attenzione ai programmi televisivi.
Sono state, inoltre, trovate conversazioni nel cellulare di Matteo Messina Denaro in cui esprimeva il suo malcontento per le celebrazioni del magistrato Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci il 23 maggio 1992.
Il boss era particolarmente irritato per essere rimasto intrappolato nel traffico a causa delle commemorazioni per il giudice. Per questo avrebbe deciso di condividere la sua frustrazione con alcune pazienti incontrate durante la sua cura oncologica.
Aveva scritto irritato nelle chat: “E io qua sono bloccato con le quattro gomme a terra, cioè a terra nel senso non di bucate. Sull’asfalto. E non si muove per le commemorazioni di ‘sta m… chia“.
“Porco mondo”, ha imprecato in un messaggio, concludendo con “qua mi sono rotto i co.. di brutto”.
In foto Tumbarello
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