Secondo l’ISTAT, durante il lockdown il 62,6% della popolazione si è dedicato alla lettura; di questo 62,6%, il 64,5% sono uomini e il 35,5% donne. Il 39,7% ha letto libri, quotidiani o blog in Rete e solo il 34,6% su supporto cartaceo. In fase 1, più del 26,9% della popolazione sopra i 18 anni si è interessato alla lettura.
In riferimento ai dati diffusi dall’indagine AIE-Cepell, è incredibile notare come prima del lockdown l’indice di lettura abbia toccato il valore più basso dal 2017 (42%), per poi attestarsi sul più alto (58%) nel 2020 dopo il lockdown (l’indagine ha riguardato gli italiani compresi fra i 15 e i 75 anni). In altri termini, fra il 2017 e il 2020 vi è un in incremento di ben 16 punti percentuali, avvenuto in gran parte durante il lockdown.
I dati ci dicono che la percentuale di acquirenti in libreria è passata dal 63% del 2019 al 35% del 2020, ciò vuol dire che, a causa del lockdown, le librerie fisiche, penalizzate e isolate, hanno subito una flessione del 28% in negativo, a vantaggio delle grandi catene di distribuzione, vendita e acquisto di libri online.
In valore assoluto i lettori passano da 3,5 milioni a 4,4 milioni prima e dopo il lockdown. Se da un lato, quindi, abbiamo un incremento del numero di lettori, dall’altro vi è una flessione del mercato librario fisico che, se non pilotata e troppo repentina, può causare pericolose crisi alla filiera.