LA VITA IN UN “POST”

LA VITA IN UN “POST”

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

E’ la società in cui viviamo ad essere protagonista del rifiorire dell’eterno dilemma tra essere o apparire, tra realtà o finzione? Temo proprio di si!

L’uomo contemporaneo, costantemente alla ricerca della propria affermazione e del proprio riconoscimento sociale, spesso affida la propria vita ad un banale “post” sui social network, aspettando consensi e like.

Ormai esistere equivale ad essere presenti sui social, postare foto, stories su Instagram, commenti. Vivere significa attendere quel “pollice in sù” che restituisce sicurezza e certezza a un uomo smarrito, privo di identità e totalmente insicuro. E’ la debolezza umana che porta a preferire l’apparenza, concentrata in uno scatto futile e, a volte, frivolo, all’essere che risiede in ognuno di noi.

L’uomo dei social si compiace di avere tanti amici ma questo tipo di amicizia non ha nulla a che vedere con quella vera. Si tratta solamente di followers che seguono e spiano ininterrottamente la sua vita. È l’amicizia virtuale a prendere il posto di quella reale. Che fine hanno fatto gli incontri reali tra amici sinceri? E le chiacchierate guardandosi negli occhi? Sono i commenti ai vari post, ad avere la meglio!

Ma in tutto ciò l’uomo ricorda ancora il significato della vera felicità? Purtroppo, essa non consiste più nella ricerca delle qualità interiori bensì nel desiderio eccessivo di essere accettato dalla società, solo ed esclusivamente, attraverso i social. Pertanto per l’uomo contemporaneo è totalizzante essere presente su di essi perché significa “vivere”.

Contrariamente, colui che si estranea da questo mondo di apparenze viene considerato ancorato a ideali obsoleti. Viene etichettato come ostile al progresso tecnologico, il che ne determina l’esclusione sociale. Egli invece insegue la vera felicità che consiste ancora nelle piccole cose, vere e genuine. Vive un determinato momento senza la continua ossessione di mostrarlo al mondo intero. Affronta i momenti della vita quotidiana, con naturalezza e semplicità, senza farli diventare spettacoli pubblici. Rispetta la propria vita privata, salvaguardandone l’essenza più intima.

Purtroppo, l’era dei social ha generato una vita virtuale contrapposta a quella reale. È più facile preferire la finzione, poiché la realtà metterebbe a nudo le nostre debolezze, i nostri difetti e la nostra vera anima. Porterebbe gli altri ad esprimere giudizi, su di noi, spesso veritieri e quindi inaccettabili.

Nell’eterno dilemma, l’uomo ha fatto la sua scelta: la vita in un post!

Beatrice Maria Zappulla I A-  I.I.S.S. “Ettore Majorana” – Scordia (CT)