Guardare o fotografare, cosa ci rende più felici?

Guardare o fotografare, cosa ci rende più felici?

Uno studio pubblicato su Psychology & Marketing suggerisce che chi scatta molte fotografie durante un evento piacevole tende a non goderselo e, quindi, a ricordarne meno i particolari.

«La ricerca della foto perfetta ci fa perdere di vista il fine delle esperienze edonistiche» ammonisce Giada Nardini, docente di marketing al Daniels College of Business di Denver. «Perdiamo di vista, in senso letterale, ciò che davvero ci gratifica: la natura intrinseca dell’esperienza stessa. Ciò può “contaminare” la memoria: ci sono genitori che non ricordano bene la recita scolastica dei loro figli e ricordano di più il loro lavoro di videocamera per riprendere i figli in quell’occasione».

Il problema è che in simili circostanze, grazie alle nuove tecnologie digitali e alla possibilità di avere sempre con sé uno smartphone, si è posti davanti a una scelta: vivere il momento o immortalarlo per averne memoria futura. A confermare la tesi della Nardini sono i suoi esperimenti: la dott.ssa avrebbe mostrato un video di 10 minuti con riprese spettacolari di meduse e serpenti a 152 studenti divisi in due gruppi; al primo gruppo avrebbe chiesto soltanto di guardare il video, al secondo di scattare delle fotografie durante la proiezione. Ebbene, stando ai questionari, il gradimento complessivo per i partecipanti del primo gruppo è stato del 72,6%, mentre del 63,8% per coloro che appartenevano al secondo.

«Questo accade soltanto quando l’esperienza è classificabile come “molto piacevole”. Se invece l’esperienza è soltanto moderatamente piacevole, allora mettersi a fotografare non ne compromette il godimento» spiega Nardini. Le ragioni possono essere molteplici, ma una della più accreditate sarebbe la possibilità di rivedere, quindi rivivere, gli scatti in un secondo momento, un po’ come capita agli studenti quando registrano le lezioni dei professori e non prestano molta attenzione a quello che dicono. Tuttavia Nardini spiega che scattare fotografie con lo smartphone può essere un’ulteriore distrazione, perché «il cellulare dà l’occasione di controllare i messaggi ricevuti o di mandarne altri. Star della musica come Beyoncé e Adele devono aver intuito questo fenomeno, in quanto agli spettatori dei loro concerti americani è chiesto di riporre i cellulari in una custodia “smart” studiata dalla start-up Yondr, che rimane chiusa per tutto il concerto e si può sbloccare solo presso appositi totem all’uscita».