Fake news “regine” del web: l’allarme di Agcom

Fake news “regine” del web: l’allarme di Agcom

Al giorno d’oggi l’informazione passa necessariamente dal web e dai social network e non esiste persona che non utilizzi i dispositivi tecnologici moderni per apprendere notizie: è un metodo semplice e veloce, adatto alle persone impegnate.

Su Internet sono presenti decine di migliaia di informazioni utili, ma questo non vuol dire che ciò che si legge sul web sia sempre vero: il mondo online, infatti, è pieno di insidie e di contenuti “fake” (falsi).

Se un tempo le cosiddette fake news (o bufale) erano piuttosto semplici da individuare (in genere, infatti, prevedevano toni “esagerati” e affermazioni poco credibili o non confermate da alcuna prova), oggi gli strumenti per simulare la verosimiglianza di un contenuto si sono moltiplicati e occorre prestare grande attenzione per evitare di rimanere vittima di una notizia falsa.

Purtroppo non tutti sono in grado di riconoscere facilmente le bufale e questo comporta una sempre maggiore preoccupazione degli organi di informazione, che si trovano a fronteggiare un pubblico a volte “credulone” e degli inventori senza scrupoli pronti a diffondere qualsiasi storia pur di ottenere qualche like in più.

La forte influenza delle fake news sull’informazione della popolazione è confermata da un recente studio pubblicato dall’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni), che rivela un dato allarmante: nel primo bimestre del 2019, la disinformazione online prodotta in Italia è cresciuta notevolmente rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (+10% a gennaio, +4% a febbraio).

Secondo quanto rivelato dalla nota stampa diffusa dall’autorità nazionale competente, le 5 tematiche predilette dagli inventori delle menzogne circolanti sul web sarebbero quelle di maggiore interesse per la popolazione: cronaca nera e giudiziaria, politica e affari di governo, lavoro e stili di vita, questioni economiche e condizioni meteorologiche.

Ovviamente sono le novità capaci di stimolare la reazione concitata dei lettori ad attrarre gli autori delle “storie fantasiose” su Internet. A questo proposito, nel comunicato di Agcom si cita un episodio recente di elevato interesse in campo politico: “Con particolare riguardo alle elezioni europee, l’esame di milioni di documenti generati da migliaia di fonti mostra un incremento dello spazio complessivamente dedicato al tema, sia dall’informazione che dalla disinformazione. Tuttavia, i contenuti di disinformazione, rispetto a quelli informativi (soprattutto di Tv e radio), tendono a concentrarsi maggiormente sulle tematiche con un forte impatto emotivo piuttosto che sullo specifico argomento delle elezioni europee”.

Tale affermazione è verificata, sempre all’interno del rapporto, dalla concentrazione su alcuni aspetti dell’argomento di discussione piuttosto che su altri: “Tra i temi di rilevanza europea individuati da Eurobarometro, criminalità, immigrazione e disoccupazione continuano a essere i più trattati in Italia dalle fonti di disinformazione. La criminalità è la tematica più trattata sia dai siti che dalle pagine/account social di disinformazione, mentre l’immigrazione è quella su cui la disinformazione incide maggiormente”.

Accanto al problema delle fake news ne sorge un altro ugualmente drammatico: la disinformazione generata dagli stessi utenti e gli episodi di “allarmismo” scaturiti da notizie comprese in maniera errata o parziale. Sono tanti coloro che ingenuamente condividono sui propri profili qualsiasi post con segnalazioni non verificate (del tipo “Attenti a questo signore”, “Ladri girano per gli appartamenti” e simili) e diffondono inconsapevolmente una bufala o un’informazione esposta in maniera incompleta o imprecisa.

Di fronte a questa realtà da non sottovalutare assolutamente, l’allarme di Agcom stimola l’utenza del web a prestare maggiore attenzione e a diffidare dai contenuti sensazionalistici o privi di fondamento per garantire a se stessi e agli altri una conoscenza reale del mondo circostante.

Foto di S. Hermann & F. Richter da Pixabay