Se durante il lockdown si è configurato come l’unico modo sicuro per fare acquisti, nell’era post (?) COVID-19 l’eCommerce sembra rimanere la scelta preferita da parte di un elevato numero di utenti. Secondo il report dell’Osservatorio e-Commerce B2c, i generi alimentari e di drogheria hanno avuto un incremento nelle vendite del 56% (pari a 2,5 miliardi di euro), mentre: l’arredamento +30% (2,3 miliardi), l’informatica +18% (6 miliardi), l’abbigliamento +21% (3,9 miliardi) e l’editoria +16% (1,2 miliardi).
All’evento “eCommerce e Retail: verso modelli più integrati”, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, il Consorzio del Commercio Elettronico Italiano, Riccardo Mangiaracina, responsabile scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm, ha commentato: «Dopo essere stato per anni un canale secondario, oggi ha acquisito un ruolo determinante nella riprogettazione delle strategie di vendita e d’interazione con i consumatori, rivelandosi una risorsa irrinunciabile per la ripresa del commercio, dei consumi e del PIL, certificati da nuovi modelli omnicanale, come click&collect, drive&collect e allestimento degli ordini online in store».
In Italia, nel 2020 l’eCommerce crescerà del 26% (22 miliardi di euro) rispetto al 2019; si tratta dell’incremento in valore assoluto più alto di sempre. Valentina Pontiggia, direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm, ha spiegato: «Lato offerta, lo sforzo encomiabile messo in campo dai diversi attori non verrà vanificato: a crisi finita rimarranno gli investimenti in tecnologia e l’ottimizzazione dei processi per gestire al meglio la domanda “straordinaria” a cui abbiamo assistito. Rispetto al passato è maturata la necessità di sviluppare un canale eCommerce completamente integrato con l’esperienza fisica. Un cambiamento epocale e invocato dai consumatori che richiederà – soprattutto per i modelli più tradizionali di retail – profonde revisioni di processo e di organizzazione, investimenti, capacità di ascolto dei clienti e molta creatività».
Stando all’Osservatorio, l’eCommerce sarà sempre più “glocal”; un esempio è «il “proximity commerce”, che permette l’integrazione tra i grandi player del commercio elettronico e i piccoli negozianti, i quali, grazie alla logistica e alle piattaforme di delivery, possono raggiungere i clienti residenti nelle zone limitrofe» ha aggiunto Roberto Liscia, presidente di Netcomm. «Grazie al digitale, infatti, i negozi di un territorio possono fare sistema fino a organizzarsi in un micro-marketplace locale, raccogliendo in un’unica piattaforma l’offerta dei commercianti non solo per soddisfare la domanda del bacino di utenza locale, ma anche per favorire un ampliamento dei propri confini, fino all’esportazione dei prodotti».
Alla base della crescita dell’eCommerce vi sta, comunque, la capillare diffusione degli smartphone: nel 2016 è diventato lo strumento più utilizzato per connettersi a Internet e fare acquisti e il miglioramento in termini di infrastrutture e connessioni non può che favorire tale processo, spesso facilitato dai consigli in target offerti dal dispositivo sulla base delle informazioni personali raccolte.