L’energia solare non è costante in quanto soggetta ai cicli giorno/notte. Da qui l’idea d’invertire il processo e ricavare elettricità dalla radiazione termica terrestre che, di notte, viaggia dal pianeta verso lo Spazio. Come? Con i “pannelli anti-solari”, ideati dai ricercatori della University of California di Davis. Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Acs Photonics, il “fotovoltaico termoradiativo” (questo il vero termine tecnico) potrebbe affiancarsi al fotovoltaico tradizionale per produrre sia di giorno che di notte energia, anche se ad oggi una cella fotovoltaica termoradiativa riesce a immagazzinare soltanto il 25% dell’energia di una cella fotovoltaica classica.
Jeremy Munday, del dipartimento di Ingegneria elettrica e informatica dell’Università, a capo del progetto, spiega in termini elementari alla rivista Inverse che «se nel fotovoltaico diurno il corpo caldo è il Sole, in quello notturno è la Terra che rimanda indietro (cioè verso lo Spazio) l’energia prodotta dal suo nucleo».
Da capire, ora, quale potrà essere il miglior materiale per favorire il processo di assorbimento dell’energia da convertire in elettricità. Se nel caso del fotovoltaico tradizionale è il silicio, nel fotovoltaico termoradiativo probabilmente sarà il mercurio.