Cibo 2.0, nasce UberEATS

Cibo 2.0, nasce UberEATS

Uber, la più famosa startup mondiale del valore di 68 miliardi di dollari, divenuta leader nei trasporti privati, cambia volto e nasce UberEATS. Negli Stati Uniti, dove esistono già servizi simili, Deliveroo, Just Eat, Glovo e Foodora, la nuova moda ha preso il nome di food delivery, cioè “cibo a domicilio”, un mercato che nella nostra penisola, secondo le statistiche di Eurisko, possiede 7 milioni di potenziali fruitori.

A dare il via alle danze è Milano, seguita in Europa da Amsterdam, Bruxelles, Parigi e Londra; a queste si aggiungono altre 44 metropoli sparse per il pianeta (29 in America, 5 in Australia, 4 in Asia, 1 in Africa). Lo scopo del servizio, disponibile 7 giorni su 7, è di fornire, in breve tempo, colazione, pranzo e cena tramite ordini online effettuabili dal sito www.ubereats.com e, in particolare, attraverso l’applicazione UberEATS per dispositivi iOS e Android.

Con un click o un tap, l’utente potrà scegliere tra cibi tradizionali, etnici, biologici, vegetariani e vegani. Ad effettuare le consegne, gratuite e ovunque si trovi il cliente (in casa, in ufficio, in albergo), un corriere espresso dotato di zainetto termico, scooter o bicicletta.

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«Crediamo sia il momento giusto per ampliare l’offerta con un servizio affidabile e di qualità, dato che i consumatori hanno cambiato il modo di rapportarsi col cibo» ha dichiarato il general manager di Uber Italia, Carlo Tursi, al reporter Alessio Caprodossi di Leggo. «Siamo focalizzati sull’importante lancio di Milano – si legge nella stessa intervista – dove puntiamo presto anche alle periferie, sebbene rientri fra i nostri obiettivi quello di raggiungere altre grandi città italiane. Finora, nei Paesi dell’Europa UberEATS si è rivelato un successo. Nel Regno Unito l’app ha registrato 100.000 download in una settimana. Ampliare la nostra offerta porta beneficio ai consumatori, spingendo i ristoranti che collaborano con noi a migliorare».

Alberto Molino