L’anno calcistico da poco terminato ha mandato in archivio una delle stagioni più travagliate per il campionato di Serie B, disputato, quest’anno, con l’inedito format a 19 squadre. Una stagione sportiva complicata, cominciata già in estate con la vicenda che ha coinvolto, oltre ad altre società, il Catania (prima promosso per i ripescaggi, poi costretto alla permanenza in Serie C) e conclusasi, tra mille polemiche, con la penalizzazione di 20 punti del Palermo, costretto a non disputare i playoff e a mantenere la categoria almeno per un’altra annata.
I rosanero, terzi sul campo, hanno dovuto fare i conti con Brescia e Lecce (rispettivamente prima e seconda), promosse direttamente in Serie A. Un mix di gioventù, esperienza e ambizioni, che ha permesso il salto di categoria, ottenuto, dopo la disputa dei playoff, anche dal Verona.
Tempo di bilanci, dunque. Una questione affrontata con il Responsabile della Comunicazione della Lega Serie B, Alberto Monguidi.
La stagione 2018/2019 si è da poco conclusa. Bilancio positivo o negativo?
“Dal punto di vista della competizione è stato un anno molto interessante e sicuramente positivo – afferma Monguidi -. Ancora una volta sono stati confermati i valori della Serie B: il nostro obiettivo è quello di essere una palestra per la Serie A, sopratutto per i giovani. Abbiamo avuto il 75% di italiani e il 33% di Under-21 in campo, un aspetto fondamentale per dare il contributo al sistema calcio e alle nostre nazionali”.
L’anno prossimo si passa al format a 20 squadre. È un passo in avanti per la cadetteria?
“Il ritorno a 20 squadre è un obiettivo che si era data l’Assemblea dei soci fin dal 2011/2012, quando aveva deliberato in tal senso. Per diversi motivi – continua – quest’obiettivo non è stato possibile realizzarlo. Quest’anno con questa determinazione della Federazione, deliberata lo scorso 30 gennaio, è stato raggiunto un traguardo che in Serie B non si vedeva da 17 anni”.
Cosa determina la riduzione del numero dei club da 22 a 20?
“Il format a 22 ha creato diverse problematiche, sia in ambito sportivo, sia organizzativo. Erano più alte le spese, le partite erano molte di più, così come gli infrasettimanali e gli infortuni per i calciatori. Gli introiti? Sicuramente minori per ogni squadra, visto che bisognava dividerle per 22 e non per 20”.
La Serie B accoglie il Pordenone, società molto attiva sui social. Quant’è importante la comunicazione?
“È fondamentale in un settore di pubblico interesse come può essere il calcio – dichiara Monguidi -. Il sistema non può esimersi dall’avere una comunicazione social, la quale non viene mediata dai giornali ma portata a un livello orizzontale tra squadra e supporter. Il tifoso? È lui il vero protagonista, diventando parte attiva del club attraverso il suo modo di comunicare e il suo conseguente coinvolgimento”.
Il Palermo si iscriverà regolarmente al campionato?
“Ad oggi non si può dire nulla. Ci sono dei regolamenti stilati dalla Federazione. Come Lega Serie B non possiamo che fare un in bocca al lupo al Palermo e a tutte le altre squadre che devono ancora iscriversi”.
Gioventù, italianità e bel gioco. Giudicherebbe la Serie B un campionato avvincente e imprevedibile?
“L’agonismo e la competizione tra le squadre in Serie B sono garantiti fino al termine – dice Monguidi -. Sono due fattori che rappresentano la marcia in più del nostro campionato, anche rispetto ad altri. Alla fine dell’anno, infatti, ci sono molti tifosi del calcio, e non delle singole squadre, che si avvicinano a noi proprio per queste caratteristiche”.
Quali sono i fattori principali che spesso sconvolgono i pronostici del precampionato?
“Sicuramente un aspetto importante è una più equa distribuzione delle risorse tra le partecipanti, che partono con simili ambizioni e capacità. Rispetto, ad esempio, alla Serie A non abbiamo le competizioni europee, aspetto che porta quindi a un livellamento complessivo di tutti i club”.