Il successo della terapia risiede in una corretta gestione farmacologica

 

Il successo di una terapia con farmaci è naturalmente correlato all’efficacia della sostanza usata, ma anche senza dubbio alla sua tollerabilità nonchè al tempo di assunzione e alle dosi necessarie. Vi sono pochi dubbi nell’affermare che il miglior farmaco esistente, se non assunto per i tempi e le dosi giuste e nella giusta indicazione, non può dare beneficio ad alcuno. Molti dei fattori inerenti la assunzione di una terapia farmacologica, specie se in terapie croniche, dipendono dalla persona malata, ma anche dal medico e dal suo rapporto col malato, per non dire dalle caratteristiche di semplificazione della cura e del farmaco somministrato riguardo la sua tollerabilità.

Quando un malato rispetta la indicazione del medico circa dose e tempi di somministrazione, si dice che lo stesso è compliante, mentre la persistenza in cura di un paziente riguarda il proseguimento della cura per il tempo necessario come da prescrizione medica. La aderenza alla terapia è invece un mix di compliance e persistenza in cura, rappresentando in realtà una condizione multi fattoriale, legata al malato, al medico ed anche al sistema sanitario, che tiene conto della relazione medico-paziente. Nelle malattie respiratorie e nell’asma in particolare, di sicuro la aderenza alle cure tende a non essere elevata, per cui la mancata o ridotta aderenza determina progressione della malattia con ridotta sopravvivenza ed aumento dei costi sociali e sanitari per le ospedalizzazioni, complicanze e recidive.

Si và dal semplice conteggio di pillole e dosi di farmaco usato, da parte del medico o di familiari motivati in tal senso a sistemi più complessi. La corretta comunicazione con il malato ed i familiari è importante: solo il 15% esegue una corretta terapia ed ha un adeguato controllo, il 36% è parzialmente controllato mentre il 49 % non è controllato. Un ruolo di rilievo lo svolge il Medico di medicina generale, lo specialista ed il malato. La malattia nonostante frequente è sotto diagnosticata e sotto trattata, responsabile di numerosi accessi al pronto soccorso con ricoveri ed alti costi. Il problema non consiste nella carenza di linee guida o di programmi informativi e divulgativi, ma la esigenza di evitare i ritardi diagnostici e la scarsa aderenza alle terapie.



L’ applicazione pratica nella vita reale delle linee guida è poco diffusa perché fra teoria e pratica di tutti i giorni vi è molta differenza in quanto nessuna linea guida può tener conto della complessità della reale pratica quotidiana, tanto che piuttosto che colmare le distanze fra teoria e pratica le stesse linee guida spesso generano nuova distanza con la pratica di ogni giorno. L’asma è una condizione di comune osservazione in medicina generale, i malati trovano nel medico di famiglia il loro primo interlocutore. L’asma bronchiale è una malattia respiratoria cronica frequente in adulti e bambini che, fra le più diffuse al mondo, rappresenta un onere sociale, sanitario, economicamente consistente.Causa assenze lavorative e scolastiche ed è sotto trattata con elevati costi diretti ed indiretti.

Per definizione è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree con ricorrenti episodi di dispnea, respiro sibilante,tosse e senso di costrizione toracica. Si tratta di episodi di ostruzione bronchiale reversibile sia spontaneamente che dopo terapia. La flogosi persistente con la iperattività bronchiale,rappresenta uno dei principali meccanismi di cambiamento nella struttura delle vie aeree con rimodella mento delle stesse. Con la alterazione delle vie aeree l’ostruzione può’ diventare parzialmente irreversibile, per perdita di funzione polmonare. Sono tante le evidenze che sostengono che l’asma è una condizione eterogenea con molte forme cliniche, tanto che si parla oggi di fenotipi diversi dell’asma, con entità cliniche diverse derivanti da combinazioni genetiche ed ambientali diverse. Attraverso la individuazione dei diversi fenotipi, si perviene ad una terapia personalizzata. La diagnosi clinica deve essere confermata dalla spirometria e dai test di provocazione bronchiale.

Il gold standard diagnostico è la spirometria, mentre la misurazione del Pef (picco di flusso espiratorio) è utile per controllare la terapia. La aderenza alle cure nell’asma è importante in quanto con essa si sottolinea il ruolo attivo del malato, basato sul l’alleanza terapeutica bidirezionale col medico. La mancata aderenza in atto è uno dei problemi di non adeguata gestione della malattia. I malati aderenti hanno minori ricoveri ospedalieri, migliore efficacia clinica con miglioramento sia dei sintomi che della funzione polmonare cui consegue ridotto rischio di morte e di riacutizzazioni. Utilizzare il passaggio dalla medicina di attesa a quella di iniziativa rappresenta una possibile soluzione al migliore trattamento delle malattie croniche.