Infarto miocardico acuto: come riconoscerne i sintomi e come gestire l’urgenza

Infarto miocardico acuto: come riconoscerne i sintomi e come gestire l’urgenza

L’infarto miocardico acuto è dovuto ad un’ostruzione di una arteria coronarica con brusca interruzione del normale flusso al muscolo cardiaco, provocando una sofferenza ischemica di tale muscolo, che se non rapidamente trattata può portare alla necrosi cellulare del tessuto miocardico.

Il sintomo cardine è il dolore toracico, definito come angina pectoris. In particolare, il dolore causato dall’infarto è tipicamente descritto come un’oppressione precordiale che si può manifestare sia sotto sforzo che a riposo; può rimanere localizzato al precordio o irradiarsi al braccio sinistro, alla mandibola o in regione interscapolare.

Altre volte, il senso di oppressione o bruciore è localizzato all’epigastrio e si associa a disturbi atipici di tipo gastrintestinale, che non regrediscono con farmaci antiacidi. L’angor spesso è sintomo di ischemia transitoria e si risolve in pochi minuti spontaneamente o con l’ausilio di farmaci. Nel caso dell’infarto miocardico il dolore persiste oltre i 20 minuti e non regredisce con i comuni farmaci antidolorifici; è bene precisare però che un dolore toracico che dura per molte ore o giorni, o , al contrario, pochi secondi (una fitta al petto sporadica), che si modifica con la digitopressione, la respirazione o i movimenti difficilmente è di tipo cardiaco (può essere muscolo-scheletrico o polmonare).

Quando ci si trova ad affrontare un quadro sospetto di infarto, la cosa migliore da fare e contattare il servizio 118. Quest’ultimo, infatti, permette di effettuare una pronta diagnosi strumentale con l’ausilio dell’elettrocardiogramma che mediante telemetria viene trasmesso ai centri che possono garantire la riapertura immediata dell’arteria occlusa mediante angioplastica, garantendo una rapida e mirata assistenza al paziente, soprattutto se le condizioni emodinamiche dovessero precipitare.

Se dall’elettrocardiogramma l’infarto viene confermato, il paziente viene immediatamente accompagnato al centro di riferimento più vicino e disponibile. In tale centro tutto sarà pronto per “operare” il paziente mediante angioplastica. Una gestione di questo tipo incide sulle tempistiche d’azione ed evita spreco di preziosi minuti. Ricordiamoci, infatti, che il tempo è miocardio, e un’errata gestione dell’urgenza, per esempio recarsi al pronto soccorso “preferito” con i mezzi propri, può portare alla perdita irreversibile di parte della funzione del cuore.

In collaborazione con il Dott. Francesco Di Pasquale