Come evitare accessi inutili al pronto soccorso per il paziente cardiopatico che si ammala di influenza

Come evitare accessi inutili al pronto soccorso per il paziente cardiopatico che si ammala di influenza

L’attuale picco dell’influenza ha causato l’assedio del pronto soccorso con conseguente intasamento di diversi reparti. Una rilevante proporzione di pazienti che si ammala di sindrome influenzale è rappresentata da quelli con cardiopatia.

Infatti, in quest’ultimo sottogruppo di pazienti, i sintomi tipici dell’influenza, come difficoltà respiratoria, cardiopalmo, dolore al petto, ipotensione, possono simulare un quadro di sofferenza cardiaca ischemica o di scompenso cardiaco.

Dall’altro lato, lo stato febbrile può indurre lo scompenso di una patologia stabile cronica. Pertanto, in corso di influenza e comparsa di sintomatologia specifica, è ragionevole fugare il dubbio di un eventuale coinvolgimento cardiologico. Però la soluzione non è quella di allarmarsi a tal punto da coinvolgere il sistema pubblico di emergenza. Nella maggior parte dei casi, un consulto o una semplice visita con il proprio medico curante può dirimere i dubbi e risolvere quei problemi, che, solo se protratti, potrebbero condurre ad un quadro di scompenso tale da richiedere la gestione ospedaliera.

Per fare degli esempi, la disidratazione o l’accumulo eccessivo di liquidi, che si possono verificare durante la febbre, possono essere risolti con la semplice modulazione del dosaggio del diuretico. Ancora, spesso, dopo assunzioni di elevate dosi di paracetamolo, si può verificare una marcata ipotensione, che si risolve rapidamente con l’assunzione di liquidi.

Inoltre, spesso, durante la febbre, si verifica uno scarso controllo dei valori pressori, che, essendo molto transitorio, solo raramente richiede cambi alla terapia antipertensiva. Pertanto, in situazioni non gravi, prima di recarsi al pronto soccorso si deve contattate il proprio medico o la guardia medica per la visita, attendendo con pazienza, in considerazione del fatto che spesso i sintomi sono benigni e comunque non richiedono l’urgenza, e riconoscendo il carico di lavoro che il personale medico di guardia si trova ad affrontare al momento.