Cittadinanzattiva e Ordine dei Medici

 

Il 13 ottobre 2015, nella sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Palermo, cittadini e pazienti hanno voluto testimoniare, in una tavola rotonda, il forte rapporto di fiducia, non di alleanza, con la categoria medica. La riunione è stata promossa dal Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva in occasione del 35° anno di attività in sinergia con l’Ordine dei Medici, che rappresenta un organismo professionale di riferimento e di confronto costante e progressivo di Cittadinanzattiva della Sicilia.

Nel corso della tavola rotonda i cittadini e i pazienti hanno invitato i decisori politici e gli Organi d’informazione a prendere coscienza della problematica sottolineando che l’integrazione della professione medica si sviluppa attraverso un piano di importanti azioni mirate alla costruzione di una realtà sanitaria che ha a cuore la piena utilizzazione delle risorse umane e professionali, del riferimento costante e del confronto con i pazienti e con i cittadini in generale, con le loro organizzazioni rappresentative per migliorare il piano dell’offerta delle prestazioni, della salute e dei modelli di cura efficaci, chiari e condivisi, in una stagione particolarmente difficile anche per la nostra regione, sottoposta a forti cambiamenti.

Il dibattito è stato centrato sull’attuale realtà del Servizio Sanitario Regionale e ha voluto rimarcare luci e ombre di un servizio che deve sicuramente essere potenziato in risorse professionali ma anche in dotazioni strutturali e organizzative efficienti e trasparenti, a prova di “monitoraggio civico”. Si è condivisa la “Difesa del Servizio Sanitario pubblico”, equo e solidale, uguale per prestazioni e offerte di salute dal Nord al Sud. Un Servizio che deve recuperare le ragioni prime dell’affermazione di principi apprezzati da tutti ma che attualmente soffrono per il forte disinvestimento con il corrispettivo impoverimento di una realtà che invece deve caratterizzare il nostro Paese.

Bisogna far capire quanto l’investimento in sanità sia produttivo e quanto rappresenti una risorsa produttiva. Pertanto, non tagli ma investimenti.