Le alterazioni della funzione tiroidea

Le alterazioni della funzione tiroidea

 

Massimo Buscema

La tiroide è la ghiandola endocrina che maggiormente regola il metabolismo (ovvero la quantità di energia “spesa” dal nostro organismo) oltre ad avere effetti sulla funzionalità e lo sviluppo di numerosi organi ed apparati (apparato cardiovascolare, sistema gastrointestinale, funzione riproduttiva etc.) e soprattutto del sistema nervoso. Basti pensare che lo screening dell’ipotiroidismo congenito, una delle maggiori cause di ritardo mentale infantile, è obbligatorio per legge.

Queste numerose funzioni sono svolte attraverso la produzione e secrezione nel torrente circolatorio di due ormoni: la tiroxina, che viene convenzionalmente indicata con la sigla T4, rappresenta l’80 per cento della secrezione della tiroide; il restante 20 per cento della secrezione ormonale riguarda la triiodotironina (T3) cioè l’ormone attivo a livello tissutale. Per la produzione di questi ormoni è necessario che nella dieta settimanale sia presente un’adeguato apporto di iodio (150 mcg/die).

L’alterazione della produzione della fisiologica quantità di ormoni tiroidei determina due patologie funzionali opposte per caratteristiche cliniche:
– L’ipotiroidismo (riduzione della produzione di ormoni tiroidei)
– L’ipertiroidismo (aumento della produzione di ormoni tiroidei)
L’ipotiroidismo può essere dovuto a diverse cause:
– Congenito (ovvero presente alla nascita)
– Autoimmune (la cosiddetta tiroidite di Hashimoto, che rappresenta la causa più frequnte)
– Iatrogeno (post-chirurgico e dopo terapia con radioiodio)
– Da farmaci che interferiscono con la sintesi e/o la secrezione degli ormoni (amiodarone)

L’ipotiroidismo è una malattia che presenta un quadro clinico con un decorso estremamente lento. La sintomatologia classica vede, come prima manifestazione caratteristica, un rallentamento dell’attività fisica e psichica del soggetto, fino ad accusare anche una diminuzione della memoria e disturbi depressivi. I sintomi che si manifestano più frequentemente sono: stanchezza, intolleranza al freddo, sonnolenza, stipsi ostinata, aumento di peso.

La diagnosi è semplice, si basa sul riscontro di livelli di TSH elevati in presenza di FT4 normale o bassa. L’ecografia è importante per valutare la struttura della ghiandola (danneggiata nelle tiroiditi autoimmuni). Può essere utile anche il dosaggio degli autoanticorpi (AbTPO e AbTg).

La terapia consiste nella somministrazione orale di tiroxina sintetica. La terapia è spesso cronica e va stabilita caso per caso a seconda dei livelli di TSH nel sangue e del quadro clinico generale, non presenta controindicazioni e porta il paziente a condurre una vita del tutto normale.



L’ipertiroidismo è conseguente solitamente a una iperproduzione ormonale della tiroide. Sono tre le principali cause:
Morbo di Basedow, Adenoma tossico o morbo di Plummer, Gozzo multinodulare tossico.

Il Morbo di Basedow o di Graves è la forma più frequente di ipertiroidismo nei giovani/adulti, soprattutto donne. L’ipotesi formulata è che in un soggetto geneticamente predisposto, in seguito a una stimolazione del sistema immunitario causata da un’infezione della ghiandola ad opera di virus o da altri agenti, si scatenino dei fattori autoimmunitari che portano la tiroide a produrre più ormoni. I fattori autoimmunitari, riscontrabili nel sangue, sono noti come Immunoglobuline stimolanti la tiroide (TSI) o anticorpi stimolanti la tiroide (TRAb).

I sintomi tipici di questo tipo di ipertiroidismo sono i seguenti:
gozzo tossico diffuso: la ghiandola è ingrossata e l’aumento di volume si nota simmetricamente in entrambi i lobi.
Oftalmopatia infiltrativa: i linfociti, le cellule del sistema immunitario che reagiscono agli stati infiammatori, si infiltrano nei muscoli extraoculari, provocando esoftalmo, cioè edema periorbitale con protrusione dei bulbi oculari.
Dermopatia che in genere si manifesta sulle gambe.
Il gozzo nodulare o multinodulare tossico sono le cause di ipertiroidismo più frequenti nell’anziano, dovuti alla presenza in genere di grossi noduli che producono “autonomamente” maggiori quantità di ormoni.

I sintomi più frequenti dell’ipertiroidismo in generale sono: nervosismo ed iperattività, palpitazioni, tachicardia, insonnia, aumento della sudorazione, ipersensibilità al caldo, astenia, aumento dell’appetito, perdita di peso, diarrea, alterazioni del ciclo mestruale.

La diagnosi si basa sul riscontro di valori di TSH bassi o francamente indosabili, in presenza di nomali o elevati livelli di FT4 e/o FT3. Utili il dosaggio degli anticorpi tireostimolanti, l’ecografia tiroidea e in presenza di noduli la scintigrafia tiroidea con iodocaptazione.

La terapia di prima linea è medica e si basa sull’utilizzo di farmaci tireostatici, ovvero che bloccano la sintesi degli ormoni tiroidei a livello della ghiandola.
In caso di fallimento, controindicazioni o effetti collaterali della terapia medica bisogna considerare la risoluzione chirurgica e/o la terapia radiometabolica con I131.