Il K-pop nel mondo e in Italia, cos’è la Korean wave

Il K-pop nel mondo e in Italia, cos’è la Korean wave

K-pop è un’abbreviazione che indica un genere di musica popolare originario della Corea del Sud. La così detta korean wave o hallyu wave, che significa onda coreana, non è altro che la crescita della popolarità della cultura sudcoreana a livello globale.

I due elementi fondamentali e principali di questo fenomeno sono i cosiddetti k-drama (serie televisive in lingua coreana), che fanno riferimento ai generi del melodramma e della commedia sentimentale con personaggi e strutture narrative molto originali e ben fatte, e il k-pop. La storia del k-pop risalirebbe agli anni venti quando fu rilasciato il primo album pop da Park Chae-seon e da Lee Ryu-saek, composto da canzoni giapponesi riproposte in coreano. Inoltre nello stesso anno venne scritta la prima canzone pop da un compositore coreano mettendo così le prime basi per una nuova corrente musicale condizionata dalle armonie giapponesi, occidentali e coreane che si uniscono in un ritmo a due tempi, chiamato trot.

Durante gli anni precedenti e successivi alla Guerra di Corea, 1950-1953, la cultura americana si diffuse nella penisola espandendo la musica occidentale e cominciando a influenzare anche il modo di comporre le melodie. Nello stesso anno in cui la musica trot conobbe un grande successo, anni settanta, si introdusse la musica rock che venne reinterpretata dal cantante Cho Yong-pil. E nel 1992 con il debutto del gruppo Seo Taiji and Boys il trot venne eclissato poiché vennero inclusi nuovi elementi tra cui i beat hip hop, l’hard rock o la techno.

Gli ottimi risultati dei Seo Taiji and Boys furono accompagnati da quelli di altre band sperimentali come i Panic che fecero iniziare una nuova tendenza musicale che venne tramandata da tutti gli artisti del k-pop. Negli anni novanta questo genere era dominato da gruppi dance e dal famoso duo hip hop Deux. E nella metà degli anni novanta venne creata la prima agenzia per talenti chiamata SM Entertainment, e subito dopo la YG Entertainment, JYP Entertainment, DSP Entertainment e FNC Music, così nacquero i teen idol, ragazzi e ragazze molto giovani che entrarono a far parte del mondo musicale. La idol- band più popolare fu la boy band degli H.O.T. conosciuti come il primo gruppo k-pop della storia, che debuttò nel 1996 sotto la SM Entertainment.

Il k-pop comprende: le boy band, le girl band, i solo artist (solisti) i duo e i gruppi misti (ragazze e ragazzi). E viene diviso in 3 distinte generazioni:

  • della prima fanno parte gli H.O.T. che vengono considerati come il progenitore dell’intera korean wave;
  • della seconda generazione, invece, fanno parte i DBSK che aprirono il mercato giapponese al kpop e i Super Junior e le loro sottounità che iniziarono l’era d’oro del kpop;
  • la terza generazione è quella attuale formata da numerosi gruppi come i BigBang (considerati i “kings of k-pop”), SHINee, 2NE1, SNSD, 2PM, B2ST, f(x), GOT7, BTS e molti altri che hanno contribuito alla diffusione e alla conoscenza globale di questo genere.

Nel mondo del k-pop raramente un gruppo si forma su decisione dei ragazzi. Solitamente sono le agenzie che fanno delle audizioni a ragazzi e ragazze molto giovani, solitamente adolescenti essendo maggiormente “malleabili”, che dovrebbero già saper cantare o rappare e possibilmente saper ballare.

A volte, però, ragazzi e le ragazze vengono fermati per strada dai rappresentanti delle agenzie che gli propongono di entrarne a far parte, solitamente è perché hanno una bella presenza che è utile nel settore,e poi li testano nel canto e nel rap. Dopo le audizioni le agenzie scelgono i componenti del gruppo che non debutterà subito ma dovrà iniziare dei mesi o anni di allenamento, per migliorare nel canto e nel ballo attraverso studi in Corea e all’estero per studiare le lingue, chiamato training.

Il training è una delle fasi più discusse di questo genere poiché molto spesso questi ragazzi sono sottoposti a sforzi estremi e a regole troppo rigide. Infatti ogni agenzia ha diverse regole che gli idol devono rispettare, sennò potrebbero essere cacciati, tra cui quelle che limitano: l’uso del telefono, il poter uscire con gli amici, vedere la famiglia ed è spesso proibito avere una relazione sentimentale. Ciò è dovuto anche al fatto che le fan, solitamente quelle asiatiche, tendono a farsi illusioni di una possibile relazione con l’idol poiché single perciò se dovesse essere impegnato tutto svanirebbe e probabilmente smetterebbero di seguire il gruppo facendo così perdere guadagni alle agenzie.

I giovani, inoltre, devono sopportare orari di allenamento pesanti, dalla mattina presto alla sera tardi spesso fino a notte fonda. Alcuni futuri idol vengono anche sottoposti a operazioni di chirurgia estetica, se l’agenzia lo ritiene necessario, poiché in Corea del Sud è molto importante il concetto della bellezza esteriore. Ciò nonostante non tutte le agenzie adottano queste direttive. Dopo il periodo di training si passa ai primi showcase, per vedere se i ragazzi sono pronti, e se l’agenzia ritiene che sia il momento giusto li fa debuttare singolarmente oppure forma il gruppo, che può essere formato da tanti membri o da pochi.

In questi ultimi anni molti gruppi vengono formati, anche, partecipando ai “survival show”, ovvero programmi in cui ragazzi e ragazze che vogliono diventare idol competono tra loro.

In ogni gruppo ogni membro ha un proprio ruolo :

  • leader: è il leader del gruppo che coincide con minimo un altro ruolo;
  • maknae: è il più giovane del gruppo, anch’esso coincide con un altro;
  • hyung: è il più grande del gruppo che si combina anch’esso con un altra funzione;
  • main vocalist: è il cantante principale;
  • main rapper: è il rapper principale;
  • main dancer: è il ballerino principale;
  • poi possiamo trovare i lead vocalist/rapper/dancer: che sono quelli che sono bravi a cantare/rappare/ballare ma non quanto i main;
  • visual: è il membro che viene considerato il più attraente nel gruppo, che può combaciare con un altro ruolo;
  • face of the group: è la prima persona che di solito viene in mente alle persone quando si pensa a un gruppo, può cambiare col tempo. E può coincidere con un altra funzione;
  • center: è il membro più popolare che si chiama così perché per la sua popolarità viene appunto messo, spesso, al centro durante i servizi fotografici e altri eventi importanti, anche questo può cambiare col tempo. E anch’esso può coincidere con un altro ruolo.

Spesso i gruppi numerosi hanno anche delle sub-unit, gruppi formati da 2 – 3 membri, per valorizzare le loro voci. Inoltre ci sono alcuni membri di varie band che hanno anche delle carriere da solisti e rilasciano album, a volte sotto altri nomi.

Con la diffusione del genere molti ragazzi e ragazze cinesi, giapponesi o addirittura australiani si presentano alle audizioni, che si svolgono anche in altri paesi tra cui l’america, per diventare idol e quindi molto spesso i gruppi non sono formati interamente da coreani. Fino pochi anni fa, infatti, il mondo del k-pop era quasi ignoto in Europa e in alcune zone dell’America fino a quando alcune delle band della terza generazione sono riuscite ad affascinare persone da tutte le parti del mondo, facendo svanire il problema delle lingua diversa che d’altronde con le traduzioni che si trovano su internet è del tutto inesistente.

La prima rivelazione del k-pop per il mondo si ebbe con l’hit estiva Gangnam Style del cantante Psy ma la popolarità acquisita da questo genere in questi ultimi anni deriverebbe dai, ormai famosissimi, BTS (Bangtan Sonyeondan), sette giovani ragazzi della BigHit Entertainment, che con il loro successo hanno scalato vette mai raggiunte da altri artisti del k-pop. Questi ragazzi sono riusciti a ottenere, dopo numerosi sacrifici, a livello internazionale, nel 2013, diverse vittorie come migliori artisti esordienti ai Melon Music Award. Inoltre sono entrati nella Billboard 200, continuando a scalare la classifica fino al 2018 quando il sesto album “Love Yourself: Tear” ha raggiunto la prima posizione, il miglior piazzamento di sempre per un disco k-pop, rendendoli i primi e unici coreani a ottenere un simile risultato. Hanno, inoltre, 5 Guinness dei primati per il loro grandissimo impatto musicale e social, in particolare su Twitter. Dal debutto, nel 2013, hanno venduto oltre 10 milioni di dischi in tutto il mondo.

I BTS scrivono da soli la maggior parte delle loro canzoni, sia testo che melodia, e sarebbe proprio questo ad averli portati al successo mondiale che hanno perché nelle loro canzoni hanno sempre affrontato diversi temi tra cui : le ansie scolastiche, la salute mentale, l’amore, la perdita e la morte. Tutto ciò riuscendo a incastrare perfettamente la loro cultura e quella occidentale. E proprio per questo nel 2018 il presidente della Corea del Sud ha conferito al gruppo l’Ordine al Merito Culturale di quinta classe (Hwa-gwan) per aver contribuito a diffondere la cultura coreana nel mondo.

Nel 2017, proprio a dimostrazione del loro interesse a temi importanti, hanno dato il via a una campagna insieme all’UNICEF chiamata “love myself” per garantire una vita sana, sicura e priva di violenza per tutti i bambini e gli adolescenti del mondo unendosi anche alla causa di anti-violenza.

Nel 2018 i BTS sono stati scelti per presentare il nuovo programma “Generation Unlimited” dell’UNICEF alla 73esima sessione dell’assemblea generale delle Nazioni Unite dove il leader, Kim Namjoon, ha tenuto un discorso, interamente in inglese, diffondendo messaggi di amore e autostima spingendo i giovani ad essere sicuri di se stessi e a parlare dei problemi globali.
“Non importa chi siete, da dove venite, di che colore è la vostra pelle o il vostro genere, tirate fuori la voce e parlate”. Queste le parole del leader 24enne

Questi messaggi d’amore si sono diffusi in tutto il mondo arrivando anche qui in Italia dove sempre più giovani si appassionano a questo genere e alla cultura coreana. Seppur in minoranza rispetto il resto del mondo anche qui esistono fanbase attivi che supportano i gruppi facendoli conoscere attraverso iniziative sempre più innovative come per esempio dei flash mob nel centro delle città. Infatti esistono molti gruppi di ragazzi e ragazze di tutte le età che tramite i social esprimono il loro amore e la loro dedizione per queste band conoscendo persone nuove a pochi metri di distanza.

A Catania oltre al fanbase ufficiale ne esistono tanti altri più “piccoli” che organizzano raduni ogni mese. Fra questi gruppi ce n’è uno che ogni mese, a seconda delle disponibilità della maggioranza, organizza questi incontri, alla villa Bellini, aggiungendo di volta in volta aspetti nuovi tra cui contest di canto o di ballo, dove i vincitori ricevono dei gadget del gruppo preferito, oppure la random dance che consiste nel ballare le canzoni delle band che cambiano all’improvviso. E spesso viene messo in palio anche un album di un gruppo a sorteggio. L’ultimo raduno è stato il 19 aprile.

Pian piano anche i giovani italiani stanno riuscendo a poter assistere ai concerti dei loro gruppi k-pop preferiti senza il bisogno di andare fuori Italia. Infatti molti gruppi coreani stanno aggiungendo ai loro tour europei una o più tappe in Italia tra cui:

  • Il gruppo misto KARD che sono venuti l’anno scorso;
  • La boy band dei The Rose, nel 2018;
  • I Vav, anche loro l’anno scorso;
  • I HYUKOH che sono stati a Milano il 9 marzo di quest’anno;
  • Gli ATEEZ anche loro sono stati a Milano il 14 aprile di quest’anno.

Ovviamente la paura del diverso c’è sempre infatti esistono molti haters che spesso sfociano nell’ignoranza e nel ridicolo arrivando addirittura ad attaccare in modo offensivo i fan di questo genere. Esistono anche le cosiddette “fan wars”, guerre tra fan, dove fan di diversi gruppi litigano fra loro ritenendo il gruppo preferito il migliore. Ma la cosa positiva è che nonostante le liti e l’odio che ricevono i k-poppers continuano ad ascoltare e amare questo genere cercando di essere sempre pacifici.

Perciò il k-pop continua a crescere e a diffondersi ovunque raggiungendo sempre nuovi risultati e la korean wave continua a inondare il mondo.