Dalla crisi dell’Amt al braccio di ferro con la Prefettura: il 2017 delle forze sindacali siciliane

Dalla crisi dell’Amt al braccio di ferro con la Prefettura: il 2017 delle forze sindacali siciliane

CATANIA – Anche quest’anno, giunto ormai ai titoli di coda, si è rivelato un anno pieno di interventi delle forze sindacali che si sono battute a sostegno dei lavoratori, soprattutto in determinate situazioni che hanno rischiato di inficiare le regolarità dei servizi pubblici siciliani.

Una delle situazioni che hanno di più impegnato le sigle sindacali in questo 2017 che si è appena concluso è stata la drammatica situazione in cui, da qualche anno a questa parte, riversa l’Amt (Azienda Metropolitana Trasporti), ovvero l’azienda a totale gestione pubblica di trasporto del comune di Catania.

L’Amt, ormai da qualche anno, è scivolata in una profondissima crisi che, in più di una circostanza, ha messo in ginocchio il servizio pubblico etneo con continui disagi sia per l’utenza sia per i lavoratori che si sono trovati a dover svolgere il proprio mestiere in condizioni pessime e alquanto limitative.

Tra l’assenza di mezzi, poche linee servite, utenti disperati, mancanza di aria condizionata nei bus e diverse aggressioni ai dipendenti, fondamentale per la ricerca di una soluzione al fenomeno si è rivelata la continua assistenza fornita dalle più importanti sigle sindacali, come Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che in più di un’occasione hanno denunciato le pessime condizioni del servizio pubblico e difeso a spada tratta i diritti dei vari dipendenti ai quali è stata limitata, se non impedita in alcuni casi, la possibilità di compiere il proprio dovere.

Nonostante i continui interventi la situazione attuale, però, non ha mostrato un netto miglioramento a causa della drammatica situazione in cui ancora oggi l’azienda di trasporto pubblico riversa a causa di una profonda crisi alla quale, purtroppo, non si riesce a dare una soluzione concreta.

Grandi risultati in questo 2017 sono stati raggiunti dalle forze sindacali per quanto riguarda la posizione dei lavoratori dell’Oda Catania (Opera Diocesana Assistenza) che nei primi mesi dell’anno era sfociata in una profondissima crisi economica dalla quale era scaturito il mancato pagamento degli stipendi e delle ritenute previdenziali ai lavoratori dell’ente oltre al mancato pagamento dei creditori.

In questa situazione è stato decisivo l’intervento in sinergia di varie organizzazioni sindacali come Cgil, Fp Cgil, Flc Cgil, Cisl, Cisl Fp e Cisl Scuola grazie alle quali si è riusciti ad arrivare a una soluzione pacifica a giugno quando il commissario dell’Ente, Adolfo Landi, è riuscito a strappare un sorriso ai lavoratori dell’Oda Catania con diverse rassicurazioni che poi si sono trasformate in realtà.

Queste rassicurazioni riguardarono un maggiore coinvolgimento dei lavoratori e delle organizzazioni sindacali nel processo di rimodulazione del piano aziendale con lo scopo di incrementare la produttività dell’ente soprattutto in nuove attività sempre nel campo del sociale. Detto fatto. In questi mesi, infatti, i sindacati hanno sempre vigilato attivamente sul percorso avviato dal commissario riuscendo a mantenere viva l’attività della fondazione.

Un’altra realtà che ha impegnato e interessato le sigle sindacali siciliane è stata la situazione riguardante il gruppo “Tecnis”, l’azienda italiana operante nel settore delle costruzioni di opere infrastrutturali che, tra maggio e giugno, ha fatto tremare e preoccupare gli oltre 500 dipendenti dell’impresa e i circa 3.000 lavoratori alle dipendenze dei fornitori.

Sulla delicata situazione c’è stato il tempestivo intervento di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, Cgil, Cisl e Uil Rota a causa dei mancati crediti che non furono messi a disposizione dell’azienda che, d’un tratto, si è trovata con l’acqua alla gola, così come i dipendenti. Le operazioni delle sigle sindacali furono rivolte a creare le condizioni giuste per riuscire a incassare il credito o, almeno, per riuscire a ottenere da parte delle appaltanti pubbliche titoli di credito certificati.

Una svolta a questa delicatissima situazione si è raggiunta grazie alla nomina di Saverio Ruperto come amministratore straordinario della Tecnis che, come auspicato dai sindacati, ha dato il via ad una fase operativa e gestionale, nonché all’immediato pagamento delle retribuzioni arretrate per tutti i lavoratori, in forza e non.

Una delle realtà che ha, invece, richiesto l’intervento dei sindacati in questa parte finale del’anno e che, con tutta probabilità, impegnerà le varie organizzazioni anche in questo anno nuovo, riguarda il continuo braccio di ferro avviato tra i sindacati e la Prefettura di Catania per quanto riguarda la previsione per la nuova legge di bilancio 2018.

Secondo Cgil, Cisl e Uil nella legge di bilancio 2018 sarebbero dovuti essere inseriti senza indugio una serie di provvedimenti in materia di lavoro, previdenza, welfare e sviluppo con il fine di riuscire a dare una smossa alle pensioni, dare più lavoro ai giovani, difendere l’occupazione, garantire sanità efficiente e rinnovare i contratti, a partire da quelli pubblici.

Tutte queste richieste da parte dei sindacati si sono scontrate con un muro emerso dal confronto sui tavoli nazionali aperti con il Governo, a causa della quantità di risorse che quest’ultimo si era promesso di inserire nel DEF (Documento economia e finanza) considerati assolutamente insufficienti per intervenire sulle questioni più importanti. I sindacati, comunque, dopo aver messo in atto vari sit-in nel capoluogo etneo non si sono arresi e hanno promesso continuazione nel processo di difesa anche in quest’anno appena iniziato.