Siracusa, al via le pirandelliane elezioni di Pachino e Rosolini

ROSOLINI – Neanche la fervida fantasia di Luigi Pirandello avrebbe potuto mettere in scena una situazione più intricata di quella che si è creata a Rosolini e Pachino. Domani si voterà – per ripetere le elezioni regionali del 2012 come stabilito dal Cga – in 6 sezioni di Pachino e in 3 di Rosolini.

Per queste sezioni del lembo orientale dell’isola è in ballo il futuro di almeno due deputati regionali eletti e si è creata un’ulteriore spaccatura all’interno del Pd. A essere in bilico è Bruno Marziano che ha un risicato vantaggio (di circa 206 voti) sul rivale Giovanni Cafeo, primo dei non eletti che ha messo nel mirino uno scranno a sala d’Ercole.

Il deputato regionale Bruno Marziano

Le diatribe su queste elezioni hanno portato prima Marziano a denunciare il presidente Crocetta per voto di scambio a seguito della nomina come assessore all’Ambiente di Piergiorgio Gerratana, proveniente proprio da Rosolini, e poi i deputati aretusei a occupare l’Ars.

Secondo il deputato regionale Marziano il neo assessore Gerratana è strettamente legato al rivale Giovanni Cafeo.

Piergiorgio Gerratana, assessore all’Ambiente

Nei giorni scorsi è arrivato a Pachino anche Davide Faraone per sostenere Cafeo, alla presenza di Gerratana. L’ala renziana, dunque, sta compatta con l’outsider Cafeo, mentre i cuperliani stanno con Marziano, sostenuto anche dal segretario Fausto Raciti.

A sostegno di Cafeo si è schierato anche Silvio Di Pietro, ex assessore ai Lavori pubblici della provincia di Siracusa, che ha dichiarato di “sostenere apertamente, senza sotterfugi ed alla luce del sole, il candidato di area “renziana” alle elezioni regionali del 5 ottobre a Pachino e Rosolini”. Ovviamente Cafeo beneficerà anche del supporto del sindaco di Siracusa Garozzo.

L’altro candidato che spera di andare a Palermo è Pippo Gennuso, proprio colui che ha ottenuto la sentenza del Cga in merito alla ripetizione del voto per la sparizione di alcune schede elettorali. Gennuso dovrà recuperare parecchio: almeno 800 voti a Pippo Gianni, 900 a Giambattista Coltraro e oltre 2mila a Vincenzo Vinciullo.

Il paradosso è che gli elettori troveranno sulla scheda elettorale anche i simboli di partiti che in questi due anni non esistono più. Ci sarà, dunque, il Pdl e Fli. Inoltre i candidati sono in corsa con partiti dai quali sono fuoriusciti: Gianni è passato da Musumeci a Crocetta, Gennuso da Lombardo a Forza Italia.

E così i cittadini saranno protagonisti – loro malgrado – di queste pazze elezioni.

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