SIRACUSA – La Sicilia, terra di storia, di cultura e di bellezza, è stata flagellata dall’amianto che continua a mietere vittime, come denunciato dall’Osservatorio Nazionale Amianto fin dall’autunno del 2008.
Grazie all’impegno del presidente avv. Ezio Bonanni e del sig. Calogero Vicario, coordinatore regionale ONA, l’Assemblea regionale siciliana si è dotata di uno strumento legislativo all’avanguardia: la legge regionale 10 del 29.04.2014.
Questa legge all’art. 8 ha stabilito anche la creazione di un centro regionale per la terapia e cura all’interno dell’Ospedale Muscatello di Augusta, e ha portato alla redazione di un cronoprogramma che, se rispettato, avrebbe permesso di salvare molte vite umane.
Nel recente convegno di Siracusa del 18.02.2017 l’ONA ha denunciato la mancata istituzione del centro di riferimento per la diagnosi e cura delle patologie asbesto correlate in Sicilia. Per questo motivo Don Palmiro Prisutto ha invitato a un intervento più rigoroso dell’ONA e ha descritto queste condotte chiamandole ‘vigliacche.
L’ONA ha sollecitato Rosario Crocetta all’applicazione della legge regionale, ovvero all’obbligo di tutela della salute nei termini di cui alla legge regionale 10/2014, ma la Regione Sicilia ha lasciato la nuova legge nel cassetto e nel frattempo la gente sta continuando a morire.
Uno dei casi di malattie provocate dalla presenza di amianto è quello di G.C., lavoratore del cantiere navale Fincantieri, che lamentava i sintomi propri del mesotelioma e si rivolgeva alle strutture sanitarie palermitane in particolare l’Azienda Ospedaliera di Palermo. Il mesotelioma però non gli è stato diagnosticato se non qualche giorno prima della morte, dopo una lunga agonia che è iniziata nell’ottobre del 2013, proseguita fino al giugno del 2015.
Questi fatti sono stati denunciati dai familiari della vittima che, assistiti dall’Osservatorio Nazionale Amianto, hanno fatto causa alla Regione Sicilia, l’ASP Palermo e l’Azienda Ospedaliera di Palermo, per l‘assenza di sorveglianza sanitaria, di diagnosi, di terapie e cure, e con richiesta di risarcimento di tutti i danni, nella misura che non sarà inferiore a 5.000.000 di euro, per questo primo caso.
Decine e decine di altri lavoratori privi di sorveglianza sanitaria nella Regione Sicilia sono costretti a dei pellegrinaggi della speranza in altre regioni d’Italia, e in ogni caso soltanto con il sostegno dei medici volontari dell’ONA, primi fra tutti in Sicilia.
“Continueremo ad essere presenti nella regione Sicilia: non possiamo tollerare che un territorio magnifico, baciato dal sole e pieno di luce, continui ad essere sventrato da una attività industriale che non rispetta l’ambiente e la dignità della persona umana: ci riferiamo al triangolo della morte – Gela, Ragusa e Priolo/Augusta – ma anche a Palermo e alla Valle del Mela. Rendo omaggio ai lavoratori siciliani caduti a migliaia per via dell’amianto: dovrebbero essere ricordati e gli altri salvati. Non la pensa così però il Presidente della Regione, sempre assente alle nostre assemblee, anche quelle che si sono celebrate nella città di Gela, di cui è stato Sindaco, e dove è in essere una epidemia di queste patologie. Confido nell’auspicato intervento del Presidente della Regione anche per velocizzare le pratiche burocratiche per il risarcimento dei danni sofferti dai familiari di C.G. oltre che per istituire il centro regionale amianto di Augusta” dichiara Ezio Bonanni.
Anche Calogero Vicario interviene: “Non possiamo più tollerare che in Sicilia non venga istituita la sorveglianza sanitaria. Io sono un ex lavoratore delle Industrie Meccaniche Siciliane – Iniziativa Sicilia – Siteco, Aziende metalmeccaniche, che si sono succedute nello stesso sito operativo, mai sottoposto a nessun tipo di bonifica, di Priolo Gargallo, all’interno del polo petrolchimico più grande d’Europa, Io sono un lavoratore metalmeccanico, ho la patologia riconosciuta, ma mi è stata diagnosticata presso il Policlinico di Siena, presso cui è in essere una unità operativa specializzata per la sorveglianza. I miei colleghi continuano a morire e le istituzioni rimangono ferme. Lotterò fino alla morte per portare nella nostra amata Sicilia la legalità, in particolare contro quelle aziende del nord che ci hanno colonizzato, che hanno sventrato la nostra Regione con produzioni inquinanti e dannose e facendo risultare il PIL in Lombardia, tutto con il nostro sangue”.