SIRACUSA – I militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale carabinieri di Siracusa, a seguito di una chirurgica operazione antidroga nella nota “piazza di spaccio” della città conosciuta con il nome dell’omonima via viale Italia 103, hanno arrestato un 50enne siracusano, Fabiano Garofalo, già noto alle Forze dell’Ordine per alcuni piccoli precedenti penali ed amministrativi.
Nella prima mattinata di sabato, i militari si sono presentati alla porta di Garofalo, che ha aperto la porta
con apparente tranquillità e senza tradire alcuna particolare emozione. La sua ostentata serenità è però durata poco, ovvero fino a quando i militari, durante la perquisizione domiciliare, hanno rinvenuto, sotto un divano in una delle camere, del materiale compromettente, cioè una cassaforte porta fucili, una seconda cassaforte di dimensioni più piccole, ed un giubbotto antiproiettile, completo di borsa da trasporto, di foggia analoga a quella in uso alle guardie particolari giurate.
Vistosi nei guai, Garofalo ha tentato di guadagnare la fuga correndo vanamente verso l’uscita dall’appartamento ma è stato prontamente raggiunto e bloccato dai carabinieri.
Nel prosieguo della perquisizione, che viste le circostanze è stata effettuata con particolare meticolosità in ogni stanza dell’appartamento, i militari hanno via via rinvenuto un’ingentissima quantità di droga e
soprattutto di materiale d’armamento, rendendo verosimile l’ipotesi che quell’appartamento fosse un vero e proprio deposito utilizzato probabilmente dalla malavita organizzata per nascondere parte del proprio “patrimonio”.
Nel complesso infatti, dopo aver anche forzato le casseforti (una ulteriore è stata trovata murata alla parete) grazie al supporto dei vigili del fuoco di Siracusa, è stato rinvenuto:
All’esito delle attività, il cui bilancio è stato assai positivo, costituendo un duro colpo alle attività criminali della città, è stato chiaro quale sia stato il livello di rischio a cui il personale operante si è esposto: Garofalo infatti, per non compromettersi, non aveva riferito ai militari che dentro una delle casseforti da forzare era presente il potente ordigno esplosivo che poi è stato rinvenuto e che sarebbe potuto facilmente esplodere se solo le scintille del frullino utilizzato per aprire il forziere avessero attinto la miccia a cui era collegato. L’ordigno è stato poi disinnescato e distrutto dagli artificieri dei carabinieri, subito intervenuti in supporto da Catania.
L’uomo, arrestato, è stato successivamente rinchiuso nel carcere di Caltagirone a disposizione dell’autorità giudiziaria aretusea, alla quale sono stati trasmessi tutti gli atti redatti per la conseguente convalida.
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