LENTINI – A Lentini, Carlentini e Francofonte ci si ammala di tumori più che in tutto il resto della Sicilia?
Questo dato è impossibile da confermare, l’unica cosa che si può affermare con certezza è che nel Triangolo dalla metà degli anni ’80 le persone colpite da neoplasie tumorali sono aumentate…
Le persone cominciano ad ammalarsi qualche anno dopo l’incidente dell’aereo Lockheed C141-B Starlifter dell’US Air Force, avvenuto nelle vicinanze del lago Biviere il 12 luglio del 1984.
A rilasciarci la sua testimonianza su quanto è accaduto è il presidente dell’Associazione di sostegno dei bambini leucemici Manuela-Michele, Antonio Niniano: “Il giorno dell’incidente ricordo che percorrevo la strada da Catania a Lentini per tornare a casa quando il traffico si è letteralmente paralizzato, poco dopo vengo a sapere che un aereo americano era precipitato e stop. Pur essendo li vicino non sono riuscito a vedere nulla perché gli americani hanno isolato tutto il perimetro, non permettendo nemmeno alle forze dell’ordine italiane di avvicinarsi”.
Cosa trasportasse l’aereo è sempre stato un mistero, ma secondo alcune fonti al suo interno si trovavano delle barre di uranio impoverito utilizzate come zavorra; fin qui nulla di strano dato che l’uranio viene adoperato spesso in casi come questo. Il vero problema è quanto avvenuto dopo.
In pochi sanno che l’uranio impoverito a contatto con il terreno va in autocombustione sprigionando poi delle sostanze altamente tossiche per l’uomo…
“Mio figlio Michele si è ammalato di leucemia linfoblastica acuta a soli sei anni – ci racconta il presidente Niniano -. Abbiamo scoperto della malattia nel dicembre del 1985, un anno e cinque mesi dopo l’incidente aereo. Li per li non abbiamo mai fatto caso a questa coincidenza perchè eravamo troppi impegnati in vari viaggi della speranza. Comunque sia il bambino comincia a stare male intorno al mese di ottobre, io e la mamma ci accorgiamo di alcune ghiandole gonfie e decidiamo di fare alcune indagini mediche. Quando abbiamo scoperto la malattia i medici siciliani fin da subito ci hanno dato poche possibilità e abbiamo così deciso di affidarci all’ospedale oncologico francese Gustave Roussy“.
Secondo quanto raccontato dal signor Niniano il bambino è rimasto ricoverato nell’ospedale oncologico per ben due anni, con svariati cicli di chemio e radioterapia che alla fine si sono comunque rilevati vani: “Insieme a Michele è rimasta mia moglie, io mi muovevo un mese si e due no in base agli impegni lavorativi e anche per stare con nostra figlia che al momento era accudita dai nonni. Durante il periodo della malattia Michele è entrato più volte in fase di remissione, come una sorta di periodo di stallo, solo che durava non più di cinque o sette mesi e poi il calvario ricominciava. Abbiamo anche provato con il classico trapianto di midollo ma praticamente non siamo mai arrivati in tempo, soprattutto perché nessuno del nucleo familiare era compatibile al 100% con Michele“.
“Poco prima che venisse a mancare mio figlio – continua il signor Niniano – anche Michela Laezza, l’altra bambina a cui è dedicata l’associazione, si ammalò ma la sua leucemia era mieloide e l’ha portata via in poco più di un mese. La mia attenzione e quella dei genitori di Michela venne attirata dal fatto che, in quegli stessi anni, diverse persone, adulti e bambini, si ammalarono di tumore nel territorio lentinese. Cominciammo a chiederci se effettivamente non ci fosse qualche strano collegamento con l’incidente aereo… Nell’arco degli anni diversi medici hanno sostenuto la nostra tesi perché l’uranio impoverito con l’autocombustione sprigiona dei gas altamente tossici, infatti nel nostro comune i malati di tumore aumentano a dismisura“.
Durante la nostra intervista il presidente dell’Associazione Manuela – Michele aggiunge che qualche hanno fa è stata depositata una denuncia alla procura di Siracusa, con il sostegno dall’avvocato Santi Terranova, contro lo stato americano perché responsabile dell’aereo Lockheed C141-B “Starlifter: “Siamo consapevoli che possibilmente non riceveremo mai una loro risposta. Qualcuno ci ha anche accusato di voler trarre vantaggio economico da un’ipotetica vittoria processuale ma non è assolutamente così. Nel caso in cui dovesse esserci un processo e noi riuscissimo a vincere l’intero ricavato andrà in beneficenza a diversi enti impegnati nella lotta contro i tumori. Per quanto riguarda la nostra associazione, invece, continuerà la sua attività come ha fatto durante questi venticinque lunghi anni sempre al fianco di chi ha bisogno di sostegno”.