AUGUSTA – La Sicilia è senza ombra di dubbio una delle terre con più meraviglie naturali al mondo. E cosa rende la nostra isola così straordinaria, se non la varietà e la bellezza mozzafiato delle spiagge e dei fondali marini?
Le meravigliose coste e i mari siciliani, però, vivono in una situazione di costante minaccia a causa di un problema molto grave: l’inquinamento delle acque. Questo disagio non fa certo onore a una terra con un’economia basata sul turismo e rappresenta, inoltre, un rischio non indifferente per la sopravvivenza degli ecosistemi marini, che costituiscono da secoli un patrimonio unico per tutta la Sicilia.
La triste situazione dei mari siciliani è stata denunciata apertamente più volte, tanto dai bagnanti quanto da diverse autorità e associazioni, ma l’allarme più grave è stato lanciato pochi giorni fa da un report di Goletta Verde, che ha valutato negativamente lo status di molte delle zone marine siciliane, comprese alcune delle più note e frequentate, quali Aci Trezza e Giardini Naxos.
Immediatamente dopo la denuncia dell’associazione ambientalista, è stata resa nota l’orribile strage di pesci nel porto di Ognina, che preoccupa i bagnanti e le autorità. Nello stesso periodo, è emerso anche il deciso “no” di Legambiente al ripascimento delle acque di Isola Bella, visto il rischio per la sopravvivenza degli ecosistemi dell’area.
E non sono solo le numerose specie ittiche a essere in pericolo. Anche piante marine di importanza rilevante, come la Posidonia Oceanica, rischiano di sparire del tutto. E proprio alla salvaguardia di questa singolare pianta acquatica è dedicato il progetto “Life SEPOSSO (Supporting Environmental governance for the Posidonia oceanica Sustainable transplanting Operations – in supporto della politica ambientale per le operazioni di trapianto sostenibile di Posidonia Oceanica)”, al quale la Sicilia ha appena aderito.
L’iniziativa è supportata dal contributo della Commissione Europea e ha l’obiettivo di dare il via a operazioni di trapianto della pianta, che trova il suo habitat ideale nelle acque del Mediterraneo.
In Sicilia, il progetto è approdato, dal 9 al 13 luglio, nella rada di Augusta, in provincia di Siracusa, una delle aree più tormentate dai problemi ambientali negli ultimi anni. Lì Life SEPOSSO ha organizzato una tavola rotonda lo scorso 12 luglio. Obiettivo della riunione, tenutasi nella sala municipale “Rocco Chinnici”, è stato quello di affrontare le questioni principali relative al recupero ambientale dell’area.
La zona coinvolta dal progetto, in particolare la località Seno di Priolo, ha visto negli anni diverse iniziative eco-sostenibili per la salvaguardia della Posidonia Oceanica, ma le operazioni di trapianto sono state spesso ostacolate anche dai danni provocati dagli scarichi industriali delle attività del Polo Petrolchimico di Priollo-Melilli-Augusta.
In occasione della tavola rotonda, Life SEPOSSO ha organizzato una serie di immersioni di monitoraggio per osservare la situazione della Posidonia Oceanica nella zona. Grazie ai risultati dei rilievi, è stato possibile discutere delle tecniche di trapianto ottimali per l’area in questione, oltre che della necessità di sensibilizzare bagnanti e residenti al problema.
Pochi conoscono il ruolo centrale della Posidonia Oceanica negli ecosistemi marini del Mediterraneo. Questa pianta marina, dal nome poco noto e dall’aspetto apparentemente comune (tutti noi, senza saperlo, la vediamo spesso nelle nostre spiagge, definendola “erbaccia”), nasconde tanti “segreti” affascinanti. Ecco alcuni esempi:
- le praterie di Posidonia offrono riparo a centinaia di specie animali che abitano il Mediterraneo;
- questa pianta si può considerare quasi un “polmone” per il Mediterraneo, visto che svolge un ruolo essenziale nella produzione di ossigeno;
- produce biomassa;
- previene l’erosione costiera e protegge i nostri litorali, attenuando l’effetto delle onde e delle mareggiate, specialmente nel periodo invernale;
- in farmacia, le sue foglie vengono spesso usate per curare infiammazioni e irritazioni.
Questa risorsa ambientale oggi è in serio pericolo, tanto per l’inquinamento e le attività artificiali dell’uomo nelle aree costiere quanto per la competizione con alghe tropicali (giunte nei nostri mari a causa dei cambiamenti climatici estremi degli ultimi anni). Salvaguardarla è fondamentale e sembra che la Sicilia sia finalmente pronta a fare il primo passo per scongiurare ogni minaccia alla sua sopravvivenza.
Fonte immagine: Focus.it