Mobilità sostenibile, in aumento l’uso dei mezzi elettrici: ecco come ci si sposterà nel 2030 – DATI

Mobilità sostenibile, in aumento l’uso dei mezzi elettrici: ecco come ci si sposterà nel 2030 – DATI

SICILIA – “Green” è la parola chiave per un futuro all’insegna della mobilità sostenibile e a ridotto tasso di inquinamento. L’obiettivo è implementare la mobilità elettrica integrando mezzi a impatto ambientale pari a zero. La direzione verso cui ci si sta dirigendo sembra quella della drastica riduzione in primis delle auto in circolazione, indirizzando la popolazione verso l’uso dei trasporti pubblici e i mezzi condivisi.

A tal proposito sono già numerose le iniziative intraprese nel territorio nazionale, come l’installazione delle colonnine per la ricarica dei mezzi elettrici, sebbene ciò non sia ancora diffuso in maniera capillare. Si tratta di un passo in avanti che per essere realizzato necessita di un considerevole supporto economico attraverso i finanziamenti.

In Italia oggi si conterebbero circa 8.500 postazioni con circa 16.700 punti di ricarica dei mezzi. Entrando nello specifico, in merito ai veicoli elettrici bisogna ancora lavorare su alcuni aspetti, tra cui la durata della batteria. Pare che quest’ultima andrebbe potenziata ulteriormente.

Nel Bel paese la mobilità elettrica rappresenterebbe al momento soltanto lo 0,2% oggi. Un approfondimento, inerente al presente e al futuro del tema in questione, viene fornito dal rapporto di quest’anno di Motus-e “Il futuro della mobilità elettrica: l’infrastruttura di ricarica in Italia @2030“.

Distribuzione del parco elettrico nel territorio

Come si legge nel rapporto “l’attuale distribuzione delle auto elettriche è stata in gran parte determinata dagli incentivi regionali introdotti negli ultimi anni”. Nel 2020 la distribuzione del parco elettrico è maggiore al Nord dove si registra un tasso del 68%, nella zona centrale della nazione la cifra scende a quota 24%, e infine al Sud e dunque anche in Sicilia il parco elettrico rappresenta solo l8%.

Motus-e: il grafico sull’attuale distribuzione delle auto elettriche

Presenza dellinfrastruttura di ricarica pubblica nel territorio

Anche in questo caso la parte meridionale appare fortemente penalizzata. Nel 2020 le infrastrutture pubbliche per ricaricare i mezzi elettrici sono concentrate per il 56% al Nord, per il 23% al Centro e al Sud sono pari al 21%.

Motus-e: il grafico sulla presenza attuale di infrastrutture nella nazione

Ma puntando lo sguardo verso il futuro, emerge dallo stesso rapporto che nel 2030, in Italia, potrebbe esserci un parco circolante di 6 milioni di veicoli elettrici plug-in. È quanto si apprende dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC). Quest’ultimo fa riferimento in particolare agli obiettivi raggiungibili entro il 2030 tra cui: “una copertura del 30% del consumo finale lordo di energia con fonti rinnovabili ove i trasporti sono inclusi nei settori di consumo energetico, un contenuto di risorse rinnovabili del 22% rispetto alle fonti primarie di energia nel settore dei trasporti, il divieto progressivo di circolazione di mezzi inquinanti”.

Inoltre, sempre secondo le stime di Motus-e, nel 2030 si prevede un parco circolante composto da 5,5 milioni di veicoli elettrici. A favorire tale situazione sarebbe il passaggio da PHEV (Veicolo elettrico ibrido plug-in) a BEV (Veicolo elettrico a batteria). Inoltre, tra dieci anni, pare potrebbero essere presenti ben 2mila punti di ricarica veloce nelle autostrade, favorendo in tal modo le lunghe tratte grazie all’aumento delle performance dei veicoli elettrici (EV).

Ma non finisce qua. Dopo alcune considerazioni sulla situazione attuale e sulle prospettive future, il trend di crescita della mobilità sostenibile viene confermato anche da alcuni dati Istat aggiornati fino all’anno 2017.

Diminuzione delluso del mezzo privato, più persone a piedi (20072017)

“Cala in generale la quota di coloro che si spostano con i mezzi privati (che passa dal 62,7% del 2007 al 61,6% del 2017) e aumentano leggermente quanti optano per una modalità integrata di trasporto, che combina mezzi pubblici e privati. La quota di quanti scelgono una modalità di spostamento attiva, basata cioè sull’impiego della propria energia motoria, passa dal 18,0% del 2007 al 19,1% nel 2017. Cresce soprattutto la componente di quelli che vanno a lavoro o a scuola a piedi (dal 16,2% al 17,4%), resta invece stabile la quota di quanti usano esclusivamente la bici per i propri spostamenti (1,7%)”.

Istat: il grafico sulla mobilità nelle varie Regioni

I servizi di bike sharing e car sharing

“Al 31 dicembre 2017 risultano attivi sul territorio nazionale 357 servizi di sharing mobility, ripartiti con una netta maggioranza nelle regioni del Nord – in cui si concentra il 58% dei servizi totali – il 26% nelle regioni del Mezzogiorno, il 15% al Centro. I Comuni italiani in cui è presente almeno un servizio di sharing mobility sono 278, più della metà dei quali risultano concentrati nelle regioni del Nord, il 30% nelle regioni del Sud Italia e il rimanente 12% nelle zone del Centro. Nello stesso periodo, la flotta italiana dei veicoli in condivisione ammonta a circa 47.700 unità, di cui l’83% sono biciclette, il 16% automobili e l’1% scooter”.

Dunque, sulla base di tutti i dati riportati, i presupposti per un futuro totalmente “green” ci sono ma non bisogna perdere di vista l’evoluzione di tale processo.

Fonte foto: Pixabay.com