Oggi Giulia (36 anni) vi racconta la sua storia con la chirurgia estetica.
Ho sempre sentito il peso di un’immagine di me poco attraente. Quando mi guardavo allo specchio, vedevo difetti che secondo gli altri non apparivano così marcati: il naso leggermente curvo, il seno piccolo, gli zigomi poco pronunciati e qualche chiletto di troppo. Mi sentivo goffa e insicura. Già da adolescente, confrontandomi con le compagne di scuola più formose e spigliate, mi sentivo inadeguata e mi sono portata questa sensazione anche da adulta. Questa insicurezza sulla mia femminilità mi rendeva difficile relazionarmi con gli uomini. Mi sentiva invisibile, come la spettatrice della vita delle mie amiche che si sposavano e mettevano su famiglia, mentre io restavo sola. Con il passare degli anni, il desiderio di incontrare un uomo con cui avere una bella storia d’amore, era diventato quasi un miraggio. Ho iniziato ad odiare la mia immagine, non volevo guardarmi allo specchio, mi trascuravo e credevo che la mia solitudine fosse dovuta al mio “non essere bella”.
Poi, quando ho fatto 30 anni, ho deciso di “riscattarmi” con un pacchetto completo di chirurgia estetica, in cui ho messo tutti i miei risparmi. Non ho riflettuto sulle conseguenze del mio cambiamento di immagine, mi sono sottoposta ai vari interventi accecata dal desiderio di essere “vista” e desiderata. L’intervento è stato un successo, con risultati straordinari. Guardandomi allo specchio, mi vedevo finalmente una donna attraente, con forme armoniose, che può camminare e parlare con quella sicurezza che non avevo mai posseduto.
In effetti, non c’è voluto molto tempo e sono arrivate quelle attenzioni che prima erano rivolte solo alle altre: sguardi, complimenti, corteggiamenti. Uomini che prima neanche mi consideravano ora mi notavano, mi invitavano ad uscire e mi desideravano. Mi sentivo sexy, attraente e amata.
Ho iniziato una serie di flirt, di appuntamenti, di notti passionali, confondendo la sessualità con l’amore. Se un uomo voleva venire a letto con me, pensavo che avesse un interesse nei miei confronti che andava oltre il corpo e mi entusiasmavo all’idea di avere con lui una relazione importante. Ma i miei rapporti erano superficiali, raramente i miei partner si fermavano a dormire da me o mi coinvolgevano nella loro vita. La maggior parte, dopo qualche incontro, spariva. La mancanza di quella profondità e quel legame sincero che avevo sempre voluto mi faceva sentire ancora più sola e vuota di prima.
In questo senso la chirurgia estetica può essere una forma di auto-sabotaggio, perché spinge a mostrare un’immagine artificiale di sé a detrimento dell’autenticità e della spontaneità.
La nuova immagine di Giulia, così magnificamente ritoccata, non ha risolto la sua insicurezza, al contrario ha acuito il suo senso di solitudine.
Quella improvvisa popolarità si è trasformata in qualcosa di angosciante, mi sentivo un oggetto, raramente ascoltata o vista come una persona che ha altro oltre il corpo. Grazie ad un percorso di supporto psicologico, ho capito che io per prima non apprezzavo quelle parti di me che gli altri non vedevano: la mia intelligenza, la sensibilità, la mia creatività. Non le vedevano semplicemente perché io le nascondevo. Quando ho superato la paura di essere me stessa e mi sono avvicinata agli uomini in modo più spontaneo ho incontrato Mauro. Sono tre anni che siamo sposati e abbiamo anche due bellissimi gemelli.
La storia di Giulia ha un lieto fine: anche se a prezzo di delusioni e storie d’amore superficiali, ha finalmente trovato la gioia di essere se stessa e con questa anche l’amore. La chirurgia estetica non va demonizzata, è il risultato del progresso nel campo della medicina estetica e come tale è utile in diverse circostanze in cui si rende necessario intervenire anche sull’aspetto di una persona (come nel caso di gravi incidenti, ustioni, lesioni, ecc…). Come in tutto, però, è necessario applicare un criterio di buon senso e moderazione nel ricorrervi, soprattutto perché la chirurgia non può essere utilizzata come surrogato dell’autostima e dell’amore di sé.
La soglia di età relativa agli interventi di chirurgia si è drasticamente abbassata, con il risultato che ancor prima di compiere la maggiore età molte adolescenti hanno già sperimentato più di un intervento estetico: dalla mastoplastica additiva (aumento della dimensione del seno) al “filler” alle labbra.
Cosa c’è dietro questa spasmodica ricerca di perfezione estetica, che ha il risultato di omologare l’immagine e di spostare l’attenzione sull’aspetto esterno, a discapito della crescita emotiva e del raggiungimento dell’adultità.
Cosa ne pensate voi? Lo chiediamo sia alle donne sia agli uomini.
La chirurgia estetica è davvero sufficiente a sentirsi una donna desiderabile? E, dall’altra parte, è davvero così attraente una donna resa “perfetta” dai vari interventi?
Scrivimi cosa ne pensi su info@counselingcatania.it