Calciatori siciliani in Nazionale: il sogno di Mateo Retegui

Calciatori siciliani in Nazionale: il sogno di Mateo Retegui

Dopo gli anni d’oro di Anastasi e Schillaci, torna, nella Nazionale maggiore di calcio, un giocatore siciliano, un oriundo, il bomber che non ti aspetti: Mateo Retegui. L’attaccante italo-argentino, ora in forza al Genoa, sarà, infatti, il punto di riferimento in area di rigore per la Nazionale di Spalletti ed è un orgoglio siciliano. Proprio il nonno di Canicattì, emigrato poi in Argentina, ha permesso al giocatore venticinquenne di essere arruolato tra gli Azzurri.

La Sicilia è una terra di calcio, senza ombra di dubbio. Il pallone è nel cuore degli isolani che tra Palermo, Catania, Messina, Trapani, ecc., hanno vissuto (e stanno vivendo) stagioni di grandi battaglie in terra vulcanica. Anche gli appassionati di scommesse, alla ricerca di siti scommesse sportive di qualità, trovano sempre nuovi spunti per qualche puntata del cuore. La lista siti scommesse, qui quella di sitiscommesse.info, dunque, si allunga ogni giorno di più, alla ricerca di qualche squadra da seguire o qualche campione da guardare con amore e rispetto.

A un passo dagli Europei di calcio (la prima partita dell’Italia sarà contro l’Albania il 15 giugno), i siciliani hanno trovato stimoli nuovi seguendo un cuore isolano: Mateo Retegui. A discapito del nome chiaramente straniero, Mateo è nipote di siciliani. Il nonno materno Angelo, infatti, partì da Canicattì per cercare una nuova vita in Sud America e lì, nella città di San Fernando, in Argentina, si stabilì.

Quando, già nella nazionale di Roberto Mancini, i vecchi giocatori non stavano dando i frutti sperati, si cercò, nelle nuove generazioni, qualche atleta interessante da poter inserire in rosa. Retegui, attaccante della squadra argentina del Tigre, sembrò essere il profilo più pronto e adatto a essere inserito nella Nazionale e, da un paio d’anni, è il primo attaccante degli Azzurri. Fisico compatto, sguardo vivace, Mateo è un bomber d’area, molto forte fisicamente e dal tiro potente.

Il progetto azzurro, ora nelle mani di Luciano Spalletti, vede, quindi Retegui in prima linea, con Scamacca, Chiesa e Raspadori per cercare di portare a casa un bis europeo carico di significato, di aspettative, di sorpresa ma anche di duro lavoro. Un bel modo, comunque, anche per gli isolani, di sentirsi ancora più italiani, ancora più coesi con il popolo che vive sulla terraferma. D’altronde, in passato, abbiamo avuto tanti campioni siciliani a difendere i colori dell’Italia. Tra tutti un solo nome: Totò Schillaci, l’idolo di Italia 90.



 

Totò Schillaci: l’uomo della Provvidenza

Salvatore Schillaci, detto Totò, è stato, per un’estate, il figlio, il fratello, il padre, di ogni italiano appassionato di pallone. Convocato come riserva nella Nazionale azzurra di Italia 90 (il Mondiale di calcio disputato in Italia), l’attaccante palermitano divenne il vero e proprio idolo della manifestazione. I 6 gol segnati, che lo hanno reso capocannoniere di quel torneo, lo hanno, ancora oggi, reso immortale, una sorta di semi-dio sceso sul pianeta per far impazzire i cuori dei tifosi italiani.

 

La carriera di Schillaci è fulminea: il ragazzo dai piedi buoni passa dal Messina di Zeman alla Juventus nel 1989 per la cifra di 6 miliardi di lire. Nella sua prima stagione in bianconero Totò-Gol, come viene soprannominato, è subito protagonista. Segna, infatti, 15 gol nelle 30 partite disputate in campionato e Azeglio Vicini lo convoca per il Mondiale con un ruolino di marcia di tutto rispetto. La Nazionale di quegli anni è, probabilmente, una delle più forti formazioni mai viste nel nostro paese. Abbiamo giocatori come Baggio, Donadoni, Ancelotti, Mancini, Vialli, Zenga. Parliamo di una squadra solida che trova, proprio nel folletto siciliano, la sua punta di diamante.

 

La sconfitta ai rigori contro l’Argentina di Maradona, in un San Paolo gremito, è storia nella storia, una di quelle partite memorabili che sono rimaste impresse nella memoria di ogni tifosi. L’Italia esce perdente ma mai doma e conquista, infatti, il terzo posto finale. Totò, per la cronaca, non ebbe mai più quel guizzo e la sua carriera finì, un po’ mestamente, qualche anno dopo. Ci auguriamo, per il bene di Retegui e della Nazionale di oggi, che il bomber siculo-argentino possa, invece, non solo fare molto bene nel torneo europeo ma possa essere, per ancora tantissimi anni, un gran campione.

 

Non c’è nulla da dire: il calcio, come poche altre cose al mondo, è un veicolo di intrattenimento e di coesione sociale incredibile. Tutti siamo tifosi e tutti abbiamo dentro uno spirito patriottico che, nelle occasioni internazionali, diventa fortissimo. Speriamo, dunque, di vedere uno splendido europeo con un canicattese in grande spolvero.