SICILIA – Fate presto, se potete. Si gioca anche sul tavolo delle riforme la “battaglia” per le prossime elezioni Amministrative e Regionali che potrebbero ridisegnare il volto della politica siciliana.
L’ennesimo richiamo all’ordine è arrivato pochi giorni fa, in occasione dello scambio di battute in Sala d’Ercole tra il governatore della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, nel corso della seduta pre-natalizia del 22 dicembre.
La riforma dei Consorzi di Bonifica
A tenere banco la discussione del decreto di legge dei Consorzi di Bonifica, una delle riforme maggiormente volute dal governatore.
La riforma prevede la soppressione degli 11 Consorzi di Bonifica presenti nelle 9 province dell’Isola e la costituzione di un unico grande Consorzio, articolato in quattro comprensori territoriali. Tuttavia, malgrado le numerose sollecitazioni, il decreto di legge attende ancora di essere incardinato.
“I Consorzi di Bonifica sono la ‘grande dimenticata’, vivono nel dramma quotidiano ed è per questo che, ancora una volta, mi sento di invitare il Parlamento a esaminare il disegno di legge di riforma“, ha ribadito il presidente, rivolgendosi anche a Miccichè (“Gliel’ho già rivolto in altra sede, ma il tema non è il presidente dell’Assemblea“. Parola di Musumeci).
Musumeci: “Riforma subito in Aula”
L’approvazione del ddl “consentirebbe ai Consorzi di Bonifica di potere vivere in assoluta autonomia. Debbono tornare ai legittimi proprietari che sono gli agricoltori“, ha aggiunto il governatore.
Lo stesso presidente della Regione Siciliana ha esortato la conferenza dei capigruppo ad affrontare in fretta la riforma: “Modificate quello che ritenete più opportuno, ma restituiamo agli agricoltori i Consorzi di Bonifica“.
“Ne avete parlato per due anni nelle commissioni, non c’è bisogno di richiamare ancora il concetto. Credo che sia davvero il caso, alla ripresa dei lavori, di riportare la riforma in Aula. Altrimenti diventa mortificante“, ha concluso il governatore, evidentemente infastidito dai continui rinvii.
Miccichè: “Nessun ritardo”
“Giusto per un’informazione, non c’è un ritardo da parte dei capigruppo“, ha frenato Miccichè durante la sessione, aggiungendo che “la legge era stata portata anche in Aula, sono stati trovati dei profili di illegittimità e, per cui l’abbiamo rimandata in Commissione per risolverli“.
“Avevamo fatto il percorso corretto, fermo restando che è stata una legge difficile“, ha dichiarato ancora il presidente dell’Ars, escludendo ogni tipo di “mancanza di volontà da parte del Parlamento“.
“Poi, come lei sa, voglio evitare le impugnative da parte dello Stato ed è mio compito fare leggi che non vengano impugnate. Sarà nostra cura metterla in votazione con assoluta priorità“, ha concluso il coordinatore regionale di Forza Italia nell’Isola.
La prossima seduta dell’Ars è in programma per giovedì 30 dicembre alle 17. Sarà l’ultima assemblea dell’anno, dopodiché la legislatura imboccherà sempre più velocemente il rettilineo che condurrà alle consultazioni elettorali della primavera del 2022. Il tempo passa, gli argomenti da discutere sono tanti e la “gara”, come da pronostico, si preannuncia sempre più rovente.