SICILIA – “Li ho adottati anch’io. Non posso che essere orgoglioso dei provvedimenti adottati dal Governo in merito all’immigrazione clandestina perché si tratta di una risposta coraggiosa, immediata, concreta perché di parole di può anche morire. Noi abbiamo la necessità di sgominare la rete mafiosa degli scafisti e per farlo occorrono misure adeguate“. Lo ha detto il ministro delle politiche del mare Nello Musumeci rispondendo alle domande dei giornalisti a margine di un incontro organizzato a Misterbianco (Catania).
“Al tempo stesso – ha proseguito Musumeci – abbiamo manifestato la disponibilità a rivedere i flussi perché l’Italia ha bisogno di forza lavoro. L’importate é che chi entra in Italia lo faccia nella legalità, senza lasciarsi sfruttare ignobilmente dagli scafisti, che pretendono anche fino a 9mila euro a migrante per poterli far salire su zattere che spesso purtroppo non arrivano a destinazione. Sono oltre 26.100 i migranti morti annegati nel Mediterraneo negli ultimi dieci anni“.
Erano alla guida di due imbarcazioni che avevano portato dalla Tunisia all’Italia diversi migranti, i quattro presunti scafisti sottoposti a fermo di Polizia giudiziaria, il 21 e il 24 febbraio scorsi, dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Trapani. I quattro uomini, di cui tre originari della Guinea e un senegalese, avevano condotto due imbarcazioni con a bordo dei connazionali e altri cittadini stranieri di altre nazionalità, fino alle coste di Pantelleria, dove i natanti erano stati soccorsi dalle autorità italiane.
Gli operatori della Polizia di Stato, attraverso un complesso lavoro di escussione dei migranti ospitati sulle due imbarcazioni, nonché mediante l’esame dei telefoni cellulari in uso ai vari dichiaranti, hanno raccolto gravi elementi indiziari a carico dei conduttori dei due natanti e dei rispettivi presunti complici.
In particolare i due indagati alla guida delle due barche, si erano avvalsi delle collaborazione degli altri, il cui ruolo era stato quello di indicare la rotta mediante l’utilizzo di una bussola. I quattro presunti scafisti sono stati così sottoposti a fermo, con l’accusa di favoreggiamento aggravato dell’immigrazione clandestina e sono stati rinchiusi in carcere.
La misura su richiesta della locale Procura della Repubblica è stata poi convalidata dal Giudice per le Indagini Preliminari di Trapani, per tutti gli indagati. Il G.I.P. ha inoltre disposto la custodia cautelare in carcere per entrambi i conduttori dei natanti. Proseguono le indagini per acquisire ulteriori elementi.
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