SICILIA – Collante o… solvente? Prosegue da Catania la seconda vita politica di Totò Cuffaro, con i grandi appuntamenti elettorali della Sicilia all’orizzonte.
Non sembra un caso, infatti, che dopo aver aperto qualche settimana alle pendici dell’Etna la nuova “casa” della Democrazia cristiana nell’Isola, il deus ex machina centrista abbia deciso di incontrare proprio nella città dell’elefante il governatore Nello Musumeci.
Il colloquio con Musumeci
Venerdì al PalaRegione si è discusso tanto delle prossime strategie politiche, in primis quella che consentirebbe di tenere unito il Centrodestra sempre più spaccato.
Ma Cuffaro, da buon democristiano, in occasione della sua visita da Nello non ha voluto sbilanciarsi sul nome del candidato unitario per le Regionali.
La sua – se possiamo dirlo – può essere vista come una sorta di “consulenza” esterna la sua, con l’obiettivo di formare una coalizione più ampia (e con meno sofferenze al suo interno) in vista di una seconda chance dell’attuale Giunta a Palazzo d’Orleans.
Salvini da Miccichè
Tutto questo mentre nelle stesse ore a Palermo il premier della Lega Matteo Salvini – presente per il processo Open Arms – decideva di condividere un caffè con il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè.
Nel capoluogo siciliano le distanze – va detto – sono ancora enormi. La candidatura di Miccichè come avversario “in casa” di Musumeci potrebbe non essere l’unica (Minardo è ancora valido come nome leghista?), mentre resta aperto anche il discorso Comunali.
Il punto su Palermo
Nelle scorse ore Fratelli d’Italia ha indicato in Carolina Varchi il soggetto maggiormente gradito, ma riuscirà a mettere d’accordo tutti. Il nome di Alessandro Aricò (fedele a Musumeci) non è ancora tramontato, così come quello di Roberto Lagalla (altro “uomo” del presidente).
Decisivo potrebbe rivelarsi il vertice previsto in settimana tra Salvini e Meloni.
