SICILIA – Chi tutela il diritto delle donne ad abortire in Sicilia? Attualmente, nella nostra Isola, l’interruzione di gravidanza resta ancora un concetto difficile da mettere in pratica.
Per molti, la parola “aborto” rappresenta ancora una “bestemmia” impronunciabile, quasi un’offesa difficile da lavare e un “disonore” che non può essere cancellato.
Troppi medici obiettori
Colpa di una mentalità antidiluviana che mortifica l’autodeterminazione femminile e che riemerge nel momento in cui una donna assume – responsabilmente – la decisione di dire ‘stop’ alla gestazione.
In Sicilia sono ancora tanti – troppi – i medici obiettori che considerano l’aborto come un’azione contraria ai propri principi, spianando la strada alla clandestinità. E il caso, come accaduto per altre tematiche, finisce tra i banchi delle alte sfere della politica (locale o nazionale che siano).
La richiesta all’Ars
Sarà infatti un’interrogazione presentata all’Assemblea regionale siciliana, mossa da Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, a chiedere un riequilibrio del numero dei medici favorevoli all’aborto negli ospedali siciliani.
La proposta prende spunto da una recente richiesta portata avanti dalla Rete Consultiva delle Donne di Trapani, la quale ha anche creato una petizione online rivolta, nell’ordine, al ministro della Salute, al governatore siciliano Nello Musumeci, all’assessore alla Sanità Ruggero Razza e a deputati, senatori e parlamentari siciliani.
I numeri dell’aborto in Sicilia
Secondo i dati diffusi dal Ministero della Salute (clicca qui per consultarli), la Sicilia nel 2019 ha registrato la percentuale più alta d’Italia per quanto riguarda gli obiettori nelle categorie professionali in cui si pratica l’interruzione di gravidanza.
Si parla addirittura dell’85,8% tra i ginecologi, del 73,1% tra gli anestesisti e dell’86,1% tra il personale non medico.
Il tasso di abortività è del 4,9%, tra i più bassi del Paese. Nel 1982 – anno successivo ai referendum abrogativi che avrebbero dovuto modificare la legge 194/78 – il tasso in Sicilia era del 12%.
Anche adesso, quindi, la politica dovrà fornire risposte certe (come avvenuto con il decreto sulla cannabis terapeutica) per garantire anche in Sicilia un diritto che sarebbe dovuto essere sancito già 39 anni fa, ma che continua a essere minacciato.