In Italia diminuiscono gli aborti. Sarà vero?

In Italia diminuiscono gli aborti. Sarà vero?

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I media, alcuni giorni fa, hanno riportato la notizia che è stata trasmessa al parlamento la relazione sulla attuazione della legge 194/78, riguardante la interruzione volontaria di gravidanza, con tutti i dati relativi all’anno 2013 e parte del 2014. Dai dati trasmessi emerge che per la prima volta le donne in Italia si rivolgono sempre meno agli ospedali per abortire e, per la prima volta, si è scesi al di sotto dei 100.000. Le diverse testate giornalistiche hanno cercato di dare spiegazioni ragionevoli, ma tutte hanno analizzato i numeri come valori assoluti, senza inserirli in un contesto generale. Non mi sento in grado di farlo io, però nella mischia di ipotesi posso tentare di buttare sul tappeto i miei dadi.

Il primo è quello di considerare l’eventuale impatto della pillola del giorno dopo, perché non può trovare posto nella relazione presentata. Infatti non è considerata pillola abortiva per la scienza, al contrario dal pensiero cattolico. Però qualche dato potrebbe essere fornito dal numero delle vendite in farmacia. Un altro aspetto da non sottovalutare è la più diffusa conoscenza da parte di molte coppie dei metodi anticoncezionali e del più largo uso della “pillola” tra gli adolescenti. Bisogna inoltre considerare la buona attività dei consultori, in particolare in alcune regioni, dove medici, psicologi ed assistenti sociali esercitano la loro professionalità con sensibilità e alto senso etico.

A questo punto sarebbe logico aspettarsi che meno aborti potrebbe equivalere a più nascite. Ma non è così! Il dato allarmante è che osserviamo meno aborti e meno nascite. Perché questo? È indubbio che c’è una ridotta fertilità e di questo la scienza se ne sta occupando, mettendo in primo piano gli stili di vita e l’inquinamento ambientale, per non parlare della difficile scelta tra fare un figlio o avere un lavoro. In alcune città sedi di Università (Firenze,Roma, Padova e Napoli) è partita una campagna informativa del Ministero con lo scopo di informare la popolazione sui rischi che i giovani corrono conducendo stili di vita impropri.

Infine un’ultima riflessione: quanti sono i casi di aborti clandestini? L’Istituto Superiore di Sanità calcola che possano essere circa 15.000 l’anno ma questo calcolo non è certo perché essendo clandestino sfugge agli epidemiologi, di certo si sa che su tre ginecologi 2 sono obiettori. Ed allora chi esegue l’interruzione di gravidanza e con quali garanzie per la salute delle donne? Esistono ancora le “mammane”? Quanti sono i medici che pur dichiarandosi obiettori, nel privato eseguono l’aborto? Su questi temi dovremmo discutere, denunciare ed educare.