SICILIA – Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza previsto dall’ Unione Europea prevede come limite massimo di finanziamento in Sicilia 8,432 miliardi di euro, legati al settore delle costruzioni. Per volume degli importi l’Isola è terza, dietro alla Campania (10,4 miliardi) e alla Lombardia (10 miliardi).
Secondo l’ultimo rapporto che l’Ance ha redatto all’inizio di quest’anno, tra ottobre e gennaio la Sicilia si piazza al secondo posto nel Paese per quantità di fondi “territorializzati”, pari a 3,052 miliardi. Preceduta solo dalla Lombardia (3,306 miliardi).
Per la Sicilia è un’opportunità che le permette di guardare con positività al prossimo futuro.
La quota maggiore di risorse, legate alle costruzioni, è stata destinata per “la rivoluzione verde e la transizione ecologica“, 2,971 miliardi; nelle “infrastrutture per una mobilità sostenibile” la massa finanziaria è pari a 2,617 miliardi, mentre la cifra relativa agli investimenti per inclusione e coesione è di 1,292 miliardi. E ancora: 780 milioni per la salute e 123 milioni per digitalizzazione, innovazione competitività e cultura.
Le missioni precedentemente elencate corrispondono ai principali pilastri del PNRR. Le regioni del Mezzogiorno e del Nord, sono quelle in cui sono previsti maggiori investimenti, rispettivamente con 37,3 miliardi (43%) e 36 miliardi (41%) di euro, mentre quelle del Centro ricevono 14 miliardi (16%).
Le risorse “territorializzate” risultano concentrate maggiormente nella missione “rivoluzione verde e transizione ecologica” (38%), prima citata, che comprende, tra gli altri, gli interventi attivati attraverso il Superbonus 110% al 31 dicembre 2021, la ripartizione regionale dei programmi di investimento, piccoli e medi, dei comuni (cosiddetto ‘Piano Spagnolo‘) e nella missione “infrastrutture per la mobilità” (31%) che contiene importanti collegamenti ferroviari in avanzata fase di programmazione.
Proprio le risorse della missione hanno registrato un forte aumento, rispetto al precedente dossier dell’Ance del 2021, pari a 15,5 miliardi di euro, spiegato per 6,5 miliardi dall’incremento degli investimenti finanziati con il Superbonus 110% e, per il resto, dai fondi per il trasporto rapido di massa (3,5 miliardi), per gli investimenti comunali (1,7 miliardi), per le infrastrutture idriche (circa 2,9 miliardi) e per la costruzione di nuove scuole (800 milioni di euro).
Segue la missione “inclusione e coesione”, con circa 7 miliardi in più, grazie ai provvedimenti di ripartizione delle risorse destinate alla rigenerazione urbana, quali i piani urbani integrati (2,7 miliardi) e il piano rigenerazione urbana dei comuni (3,4 miliardi), e alle risorse per le aree terremotate del Centro Italia (circa 800 milioni). Per la missione relativa alla scuola e la missione sulla salute, rispettivamente con 5,3 e 3,7 miliardi in più, sono stati considerati i rispettivi decreti di riparto approvati dal ministero della salute e dal ministero dell’istruzione, recanti la ripartizione delle risorse alle regioni e alle province autonome.
Sulla missione salute, la Sicilia ha a disposizione 780 milioni di euro; il Governo Musumeci ha redatto un piano di massima d’investimenti, trasmesso al Ministero, e alla commissione Sanità per condividerlo con l’Assemblea siciliana prima della firma del contratto di sviluppo, prevista entro giugno: il programma prevede la realizzazione di 39 ospedali, 146 “case della comunità” e 49 centrali operative con 5-6 infermieri.
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