Riflettori sul turismo, la pandemia interrompe il trend di crescita: tra successi passati e futuro incerto – I DATI

Riflettori sul turismo, la pandemia interrompe il trend di crescita: tra successi passati e futuro incerto – I DATI

PALERMO – Tante le difficoltà che stanno accompagnando questo periodo storico, caratterizzato da una forte crisi non solo sanitaria ma anche economica. Disagi su disagi che si sono susseguiti a partire da marzo e che sembrerebbero non trovare una reale soluzione, se non quella di una ripartenza a singhiozzi.

La Sicilia, come il resto dell’Italia, continua ad adoperarsi per limitare i danni arrecati al tessuto economico ma la situazione attuale non sembra per nulla favorevole a una ripresa, limitata fortemente dall’entrata in vigore dell’ultimo Dpcm del Presidente del Consiglio, valido dal 26 ottobre fino al prossimo 24 novembre. Manovre, quelle del governo, che vanno a inficiare fortemente sul fronte turistico provocando non pochi danni a chi vive prettamente di ciò. A tal proposito, da alcuni dati Istat (Istituto Nazionale di Statistica) emerge un peggioramento, causa Covid, delle condizioni in cui versano i musei statali in Italia.

La situazione nel 2019

“Quasi 55 milioni di persone hanno visitato le strutture statali nel 2019, con un incasso di quasi 243 milioni di euro. Lazio, Campania e Toscana raccolgono quasi l’80% del pubblico e degli incassi del 2019. I monumenti e le aree archeologiche accolgono più della metà del totale dei visitatori (quasi 29 milioni). Un quarto delle persone (14 milioni) si concentra nei musei mentre il 21,3% (quasi 12 milioni) ha acquistato un biglietto integrato per visitare le strutture di circuiti museali (82,9 milioni di euro di introiti)”.

La situazione nel 2020

“Si stima che l’emergenza sanitaria e il relativo lockdown che ha chiuso i musei in tutta Italia abbia causato, tra marzo e maggio 2020, una mancata affluenza di quasi 19 milioni di visitatori e un mancato incasso di circa 78 milioni di euro. Nello stesso trimestre dello scorso anno le strutture museali statali avevano registrato oltre 17 milioni di visitatori, realizzando introiti lordi per 69 milioni di euro”.

Si tratta di un confronto importante che offre una visione completa di quanto sta accadendo e, più in particolare, dell’impatto che la pandemia sta avendo sul territorio. Il rischio è quello di cancellare i record storici registrati nel recente passato. Infatti, lo stesso Istat stima che nel 2018 si sia verificato un boom di visitatori nei musei: “Oltre 128 milioni di persone (di cui 58,6 stranieri) hanno visitato il patrimonio culturale italiano nel 2018: quasi 10 milioni in più (+8%) rispetto al 2017. L’incremento maggiore è registrato dai monumenti e i complessi monumentali (+11,5%) e dai musei (+9,6%). Diminuiscono i visitatori delle aree archeologiche (-11,3%)”.

LItalia ha tanto da offrire al turismo e anche in questo caso sono i dati a confermarlo: “Sono 4.908 i musei e gli istituti similari, pubblici e privati, statali e non statali, aperti al pubblico nel 2018. È un patrimonio composto da 3.882 musei e raccolte di collezioni (79,1%), 630 monumenti (12,8%), 327 aree archeologiche (6,7%) e 69 ecomusei (1,4%)”. A tal proposito la Sicilia spicca insieme alla Puglia, alla Campania e alla Calabria per i musei di arte sacra, le chiese e i monumenti a carattere religioso, costituendo “il 10,3% del totale”.

Quasi la metà dei visitatori nel 2018 sono stranieri, ma quali sono le attrazioni turistiche maggiormente scelte?

“Complessivamente sono stimati in 58,6 milioni gli stranieri che, nel 2018, hanno deciso di visitare il nostro patrimonio museale (46% del pubblico totale); quasi la metà visitano i musei (45,9%), il 42% i monumenti e il 12% le aree archeologiche”.

Interpretando in chiave generica quanto riportato finora, appare evidente che l’andamento turistico influenzi fortemente l’economia del Bel paese che, in questo momento, si potrebbe definire in “stand-by”. Ciononostante, diverse sono le iniziative intraprese ultimamente per valorizzare al meglio il patrimonio culturale e artistico del territorio. Quest’ultima è un’azione portata avanti anche dal FAI, Fondo Ambiente Italiano, che anche quest’anno ha proseguito con una nuova edizione delle “Giornate FAI d’Autunno“. Queste ultime, previste per il 2020 rispettivamente nelle date del 17-18 ottobre e del 24-25 ottobre, permettono ai visitatori di conoscere nuovi luoghi del sapere. Tuttavia, pare che anche in questa occasione la pandemia abbia influito fortemente portando all’annullamento di tale evento in molte città e, tra queste, è rientrata anche Catania.

Si tratta indubbiamente di un colpo basso per la cultura locale e più in generale per l’economia siciliana che vive prettamente di turismo, offrendo l’opportunità di conoscere numerosi posti e le loro storie. Dunque da un lato rincuorano i precedenti traguardi raggiunti in termini di numeri ma, inquadrando il tutto in un’ottica futura, in quale maniera potrà essere riparata talefrattura” del trend turistico, provocata essenzialmente dal lockdown?

Fonte foto: Pixabay.com