Inizia l’estate 2021: i detti popolari siciliani sulla stagione calda

Inizia l’estate 2021: i detti popolari siciliani sulla stagione calda

SICILIA – Con l’arrivo del solstizio del 21 giugno, inizia per l’emisfero boreale l’estate 2021. La stagione calda è particolarmente cara alla Sicilia, che su di essa ha prodotto una serie di proverbi e detti conosciuti perfino dai più giovani.

Di cosa trattano? Come tutto ciò che fa parte della cultura siciliana, di ogni aspetto della vita quotidiana: cibo, clima, attività economiche e così via… Sono consigli dei “saggi”, simboli che segnano il cambiamento di stagione e messaggi intrisi di località.

Dei tre mesi estivi, agosto è probabilmente quello più attenzionato dagli antichi siciliani, non solo perché segna in genere il declino dell’estate e avvia il percorso verso la stagione autunnale, ma anche perché all’ottavo mese dell’anno sono legate diverse superstizioni (ne abbiamo parlato qui).

Estate, i proverbi e i detti siciliani più belli

I siciliani sono molto attenti alle stagioni e scandiscono sempre il tempo con una serie di detti di vario genere. Questa tendenza è con ogni probabilità legata alla cultura agricola della Sicilia, che fa riferimento a una serie di fattori come l’andamento del clima, le feste popolari e i simboli che la natura affida alla terra per segnare il passaggio a un nuovo periodo. Tutti questi elementi rientrano nei detti più belli e famosi sulla stagione estiva.

Ecco 5 tra i più belli:

  • “A quattru cosi non tiniri fidi: suli di ‘nvernu, nuvola di ‘stati, amuri di donna e carità di frati” (Ci sono 4 cose di cui non ti devi fidare: sole d’inverno, nubi d’estate, l’amore di donna, e carità dai fratelli): d’estate le nuvole non portano mai niente di buono, secondo questo detto. Si fa probabilmente riferimento al fatto che in Sicilia le giornate estive sono estremamente torride e che, se si vedono nuvole in cielo, probabilmente è in arrivo un temporale. E il maltempo estivo è qualcosa di cui non fidarsi mai, così come, secondo il detto, della carità dei fratelli, dell’amore di una donna e del sole d’inverno (che in genere, in Sicilia, fa presto a trasformarsi in siccità).
  • “Unni ti facisti a stati ti fai u ‘nvennu” (Dove hai trascorso l’estate, trascorri l’inverno): forse è uno dei detti più conosciuti e citati dai siciliani. Si usa in una situazione molto particolare, cioè quando “amici” e parenti si rivolgono a te solo nel momento del bisogno (simboleggiato qui dall’inverno) ed esclusivamente per convenienza, non condividendo invece i periodi di gioia e spensieratezza (simboleggiati dall’estate). Una situazione in cui si trovano tutti prima o poi. E naturalmente i siciliani hanno la replica giusta anche per allontanare gli affetti non veri.
  • “Si voi pruvari li peni di lu ‘nfernu, lu ‘vernu a Missina, e la stati a Palermu” (Se vuoi provare le pene dell’inferno, passa l’inverno a Messina e l’estate a Palermo): il riferimento al caldo torrido del capoluogo regionale nella stagione estiva sembra abbastanza chiaro.
  • “Staciùni e ‘mmernu nun lassàri ‘u mantèllu” (In estate e in inverno non lasciare il mantello): un detto diffuso anche in altre parti d’Italia, è probabilmente un invito a prestare attenzione ai cambiamenti di tempo improvvisi.
  • “Austu è capu di ‘nvernu” (Agosto è principio d’inverno): i siciliani, ma non solo, sono piuttosto malinconici ad agosto. C’è una ragione: spesso il tempo instabile d’agosto preannuncia la fine della stagione estiva, al punto da essere considerato “principio d’inverno”. Oggi si tende a vedere come simbolo dell’inizio dell’autunno il Ferragosto: dopo il 15 agosto, infatti, si ricomincia a pensare alla scuola, al rientro dalle ferie (per chi ha la fortuna di averne) e all’arrivo del brutto tempo (sempre che, come spesso accade in Sicilia, il caldo non continui fino a ottobre/novembre).

Ce ne sarebbero molti altri, ma questi sono senza dubbio alcuni dei più popolari. Con questi e tanti altri detti, la Sicilia si prepara ad accogliere la stagione estiva, sperando che sia per tutti un momento di ritorno alla normalità che, purtroppo, negli ultimi due anni è stata un po’ dimenticata.

Foto di Foundry Co da Pixabay