Sicilia, voglia di rinascere oltre il divario Nord-Sud: Movimento dei Forconi accanto a Siciliani Liberi

Sicilia, voglia di rinascere oltre il divario Nord-Sud: Movimento dei Forconi accanto a Siciliani Liberi

SICILIA – È il momento di voltare pagina. Siamo di fronte a un’Isola, la Sicilia, che arranca ma che ha una grande voglia di rinascere. E ripartire. Non si accontenta del divario Nord-Sud. Vuole di più e lo “pretende”, abbandonando l’idea di essere semplicemente un “fanalino di coda“. Ora è il momento che la Sicilia deve essere ascoltata.

Alle prossime elezioni regionali, infatti, il Movimento dei Forconi scenderà in lizza a fianco di Siciliani Liberi proprio per mettere nuovamente in luce le tante arretratezze e le diverse problematiche dell’Isola del Sole che danneggiano – e non poco – anche gli stessi abitanti senza magari comprenderne a pieno la portata.

Ai microfoni di NewSicilia è intervenuto Mariano Ferro, tra i capi del Movimento dei Forconi, leader in Sicilia ed ex candidato alla presidenza della Regione, oltre che imprenditore agricolo.

Il Movimento dei Forconi: le origini

Vediamo, prima di passare al cuore del discorso, le origini.

Come nasce il Movimento dei Forconi?

La nostra chiacchierata con Ferro inizia così: “Torniamo indietro al 2012 e anche prima. Nasce da un gruppo di agricoltori che, stanchi di quello che poteva essere già allora l’avvento della globalizzazione, del mercato libero e dell’apertura dei mercati all’Africa, nel 2010, decidono di mettersi in gioco”.

“Successivamente, il 15 dicembre 2011 a Catania c’è stato l’incontro con gli autotrasportatori, poi quello con i pescatori, ci siamo messi insieme ed è nato il Movimento dei Forconi“, prosegue.

“Il nemico oggi più di ieri è invisibile”

Si tratta di un movimento che ci tiene, comunque, a eliminare ogni possibile schieramento politico: “Non è né di sinistra e né di destra, è solo un movimento di attività produttive composto da chi già allora aveva buoni e fondati motivi per ‘lamentarsi’ per come andavano le cose. Oggi la politica nazionale non risparmia colpi”.

“L’Europa prova a fare da ‘pompiere’ con i ‘premi’ alla produzione, poca cosa. Produttori e consumatori pagano prezzi altissimi perché i prodotti della terra sono liquidati con pochi centesimi, mentre poi vengono rivenduti a diversi euro. La GDO fa la parte del padrone. Ma è un problema che abbiamo evidenziato da tanti anni, aggiunge.

Una catena economica stravolta

Detto ciò, non ti puoi fermare all’agricoltura. Lo stesso problema ce l’hanno i commercianti, gli artigiani, è tutta una catena economica che, aprendo i confini, è stata stravolta e massacrata“, specifica Mariano Ferro.

Oggi a che punto siamo?

Dopo l’avvento del bipolarismo con le elezioni del ’94 abbiamo sperimentato che sia il centro-sinistra che il centro-destra rispetto alla globalizzazione, alle Multinazionali, ai poteri della finanza, contano poco, rispetto anche alle normative europee hanno poco peso, l’Italia ha l’importanza che merita e tutti noi piangiamo le conseguenze“, risponde.

Soprattutto con l’emergenza sanitaria in atto, la situazione è diventata alquanto delicata: “Dopo questo ‘pandemonio economico‘ dove tutti sono stati presi alla sprovvista, spero non sia vero che si stia decidendo di accelerare le procedure esecutive per dare una mano alle banche. Quando ci sono difficoltà evidenti dovute a un fatto eccezionale, il Governo non può procedere nella direzione opposta a quella richiesta dal mondo delle imprese. E questo non vuol dire che nessuno vuole pagare, tutt’altro. Ma almeno si dia il via alla riapertura, alla normalità“.

Siciliani Liberi e Movimento dei Forconi insieme

Come anticipato, il Movimento dei Forconi, per le elezioni, si affiancherà a Siciliani Liberi. Una scelta mirata: “Vorremmo partire dai nostri territori per cercare di mettere sul tavolo alcune problematiche di cui parliamo da anni: per esempio, gli eventi economici che hanno desertificato alcuni territori della Sicilia, hanno fatto ‘scappare’ i giovani. Diciamo che ci siamo difesi male. Ora sul tavolo c’è il Recovery Plan che dovrà essere trasmesso all’Europa. Da quello che sappiamo non ci sarà il ponte e nemmeno grosse novità”.

Ancora: “Sono convinto che la Sicilia avrebbe dovuto urlare, protestare a Roma per avere quanto meno il pareggio in infrastrutture col Nord ma, invece, anziché procedere per questa strada, stiamo ‘applaudendo’ quelli che vengono dal Nord che ci spogliano e sfruttano da sempre. Nessuno guarda le condizioni del Meridione, della Sicilia in particolare. Avremmo bisogno di una buona parte del Recovery Plan per far riprendere il Sud come era stato previsto e poi tutta l’Italia. Invece non è così“.

C’è da sottolineare, comunque, che “il Recovery Plan non è sufficiente a salvare l’Italia. Il Governo deve guardare anche a una riforma seria della giustizia. La corruzione distrugge ogni possibilità di vera ripresa e va colpita severamente. E anche questo è un argomento importante su cui puntiamo“.

L’alleanza con Siciliani Liberi nasce proprio perché condividono gli stessi obiettivi con il Movimento dei Forconi: “Ho conosciuto il professor Massimo Costa, il presidente Ciro Lo Monte e tutti gli altri, persone serissime, con un programma chiaro. Abbiamo parlato più volte della situazione della Sicilia. È un gruppo di persone serie e leali che ha le idee chiare, un progetto concreto e ben delineato per la nostra terra. Io credo che bisogna partire proprio da qui“.

“La Sicilia ha bisogno di riscatto”

In questo difficilissimo contesto diventa necessario osare, tentare strade mai percorse, creare un vero e proprio partito che guardi alla Sicilia e la difenda. Questo è il concetto sostenuto da Mariano Ferro: “Paghiamo le stesse tasse che si pagano a Milano, a Verona o a Bologna, ma non abbiamo gli stessi diritti. Per questi motivi viene voglia di gridare al mondo che ‘La Sicilia ha bisogno di un suo partito’ perché dobbiamo riscattarci e riprenderci i decenni persi“.

Bisogna fare questo tentativo a tutti i costi, giungere alle elezioni insieme a Siciliani Liberi. Un’avventura che, sono sicuro, sarà meravigliosa, ovviamente ci arriveremo con i mezzi che abbiamo. Cercheremo di fare tutto quello che rientra nelle nostre possibilità”, sottolinea.

Inoltre: “Non voglio promettere nulla, ma c’è bisogno di una forza che parta dalla Sicilia. Non è una questione territoriale, di chiusura, di isolamento, ma di difesa degli interessi spesso calpestati di questa terra. Vogliamo partire da qui. Ci saranno problemi, ostacoli, impedimenti, capiterà di tutto ma dobbiamo farcela e con i nostri mezzi”. 

Coinvolgere i siciliani

Dopo di che, il testimone passa ai siciliani, saranno loro a decidere e scegliere. Fondamentalmente il Movimento dei Forconi mira a coinvolgere quelli “stanchi” ma vogliosi di rinascita e consapevoli di meritare molto di più.

Sul punto Ferro: “Ci sono, purtroppo, quelli che sono legati a determinati partiti nazionali che ci sminuiranno, tenteranno di tutto pur di oscurarci, fa parte del conto. Ma è anche vero che molte sono le persone stanche e gli astenuti che non ne possono più e che hanno bisogno di ‘riscatto’. Sul campo ci sono tanti che non vogliono votare i partiti nazionali”.

“Non so che partita sarà, né i candidati, ma sarà bella ne sono certo. Stiamo puntando ad avere una donna alla guida della Regione che non abbia scheletri negli armadi e che abbia la grinta per affrontare questa ‘partita’. Non è facile trovarla, ci stiamo lavorando, sarebbe un fatto storico oltre che una svolta. Ci dobbiamo provare“, aggiunge.

Continua: “Mi piacerebbe che i siciliani si rendessero conto della disparità Nord-Sud e chiedessero a gran voce il pareggio delle infrastrutture e servizi. Invece probabilmente ci accontenteremo. Ma non deve essere così. Bisogna invidiare soltanto una cosa dai partiti del Nord: la voglia di portare le risorse e destinarle a progetti concreti. Al Sud non vedo un partito, invece, che si sia mosso in tal senso“.

Se non si crea quest’entusiasmo attorno a un sogno e a una speranza, io credo che rimarremo spenti e indietro di molti anni. Se non si agisce, penso che le distanze Nord-Sud aumenteranno“, ricorda.

Bisogna agire

Al Sud, non è tutto oro quello che luccica, ovviamente. Anche la Sicilia ha molti “difetti“, così come il popolo che vi abita. Secondo quanto sostiene il leader del movimento, il principale “problema” è che “i siciliani riescono a sopportare tutto, sono abituati a subire, ma non sono mai stati un popolo ribelle ed è difficile che si muovano. Non scendono in piazza facilmente“.

Ecco, quindi, che ritorna la necessità di avere a portata di mano un partito siciliano che pensa all’Isola per voltare pagina. “È una speranza, un tentativo, un’avventura“, dichiara Mariano Ferro.

La Sicilia è sempre stata il ‘fanalino di coda’ e noi vogliamo trasformarlo in un faro che viene messo in testa, anziché in coda. L’operazione più difficile è convincere i siciliani. Ma ce la faremo. Puntiamo su quelli che vogliono scegliere qualcosa di diverso“, aggiunge.

C’è da risvegliare un ‘sentimento’ popolare. Vogliamo mettere in moto questa macchina per vedere se riusciamo a fare qualcosa, tutto qui. Disinnescare questo malessere verso questo sistema arrugginito e corrotto. Vogliamo cambiare questa terra, davvero“, conclude.

Per la foto si ringrazia Mariano Ferro