“È un paese che ha solo affaristi commercianti dell’immagine”. Il movimento dei forconi su Expo 2015

“È un paese che ha solo affaristi commercianti dell’immagine”. Il movimento dei forconi su Expo 2015

SICILIA“Vorrei chiedere agli organizzatori di Expo dove sono i pescatori, gli allevatori e gli agricoltori?”. Queste le parole con cui il fondatore di slow food Carlo Petrini, aveva pesantemente attaccato gli organizzatori del grande evento sull’alimentazione, per la scarsa attenzione verso i “produttori della filiera”.

Ed è proprio dalle parole di Petrini che parte la denuncia mossa dal movimento dei forconi. “Sarà meglio cominciare ad organizzarsi per l’EXPO e dire al mondo la verità sull’Italia”.

La denuncia fatta dal movimento arriva a seguito della decisione di imbastire una grande vetrina mondiale per parlare di cibo, quando, allo stesso tempo, l’Italia permette al mondo intero di usurpare la produzione nostrana. “È un paese che non ha governanti di buon senso ma solo affaristi commercianti dell’immagine”.

Non solo. Il movimento sottolinea come, a soli due mesi dall’inaugurazione, il governo abbia deciso di infligge l’ennesimo colpo letale al mondo agricolo, chiedendo il pagamento di una vera e propria patrimoniale sulla proprietà, che genera grossissimi problemi al bilancio già in rosso di centinaia di migliaia di aziende agricole.

Il movimento, inoltre, denuncia, nel proprio comunicato stampa, come nessun sindaco dei comuni minori, abbia mai alzato la voce contro la disparità di incassi che derivano dal versamento di tale tassa, considerato che i territori da comune a comune non vengono distribuiti in funzione dei residenti ma rifacendosi a spartizioni risalenti ai tempi del Feudalesimo.

Il movimento, difatti, vorrebbe che i comuni redistribuissero i territori evitando di rifarsi a situazioni territoriali risalenti ad un passato remoto, creando cosi solo grossi problemi di disparità tra incassi e servizi resi.

“Insomma caos nel caos. L’unica cosa certa di questi governi, e che tutti abbiamo ben compreso – conclude il movimento – è che ogni tanto ci si inventa una manovra per produrre tangenti che qualcun’altro dovrà pagare. Altro che rottamazione del sistema.”