SICILIA – Da una settimana il Nurofen, sciroppo per bambini, è introvabile nelle farmacie e la carenza si protrarrà fino al prossimo ottobre. O almeno si ipotizza, perché tutto dipenderà dall’andamento della pandemia e dalla richiesta del farmaco molto utilizzato nella fascia di età pediatrica, dai 3 mesi ai 12 anni.
Il punto cruciale è infatti la corsa del virus Sars-Cov-2 e delle varianti, l’aumento dei contagi e di conseguenza la somministrazione diffusa di antinfiammatori, rimedio consigliato per la cura dell’infezione da Covid. Anche se gli osservatori non escludono che, per motivi di carenza produttiva, è plausibile pensare che, aldilà della pandemia, le scorte avrebbe subìto comunque una forte diminuzione.
La parola a Federfarma Palermo
Ferderfarma Palermo, ai nostri microfoni, spiega che: “È proprio la difficoltà di approvvigionamento del principio attivo, l’ibuprofene, dotato di proprietà analgesica, antinfiammatoria e antipiretica, ad averne causato l’assenza sul banco delle farmacie”. L’arco temporale di scarsità previsto da AIFA, che aveva inserito Nurofen nell’elenco dei medicinali carenti, va da luglio ad ottobre, ma in questo momento è impossibile fare previsioni su quando il farmaco sarà di nuovo disponibile “perché tutto dipenderà dalla curva dell’epidemia a livello mondiale“: commenta l’associazione della categoria dei farmacisti.
Ma dunque cosa fare in caso di malattia se non si ha in casa questo farmaco e non si trova in farmacia?
Nessun allarmismo rassicura il dott. Mario Bilardo, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Palermo che smorza la preoccupazione che si sta diffondendo nelle famiglie: “Nurofen non è l’unico medicinale con formulazione in sciroppo per bambini, con ibuprofene, ma si trovano alternative sia di brand che generici con la stessa composizione e lo stesso dosaggio. Non c’è una continuità di rifornimento ma, a conferma che non ci troviamo in una situazione di emergenza, Sifap e Sifo hanno predisposto un documento con le indicazioni pratiche per allestire soluzioni a base di ibuprofene“.
La carenza del prodotto ha fatto emergere un altro fenomeno che da alcune settimane si sta diffondendo: la tendenza a non autodenunciare la positività al virus. Perché se è vero che aumentano i contagi, aumenta anche il numero di persone che, non dovendo giustificare i bambini a scuola per l’assenza in classe, non seguono il protocollo e fanno da sé, anche nella cura dell’infezione.
La raccomandazione degli esperti è quella di non ricorrere all’automedicazione e di rivolgersi sempre al medico curante.
L’intervento del dottor Palermo
Il dott. Antonino Palermo, specialista in pediatria e dirigente medico del Garibaldi di Catania chiarisce: “Parlare sempre col pediatra è fondamentale e seguire le indicazioni ricevute. Si tratta di un’infezione virale che si cura con antifebbrili e anti infiammatori, il paracetamolo è un antipiretico e si può utilizzare tranquillamente. Il medico saprà accompagnare il paziente nel percorso di guarigione e capire se è necessaria la terapia farmacologica. Non si evidenziano complicazioni nei bambini, occorre aspettare senza ansia il decorso della malattia. Alcuni consigli utili sono i lavaggi nasali e la cautela“.
L’accaparramento non giustificato da necessità cliniche genera inoltre un danno economico e sociale innescando il paradosso per cui chi ha bisogno del farmaco ha difficoltà a reperirlo e chi non ha necessità ce l’ha in casa inutilizzato, col rischio di lasciarlo scadere. Usare il buon senso e affidarsi al medico sono i consigli che arrivano da tutti i rappresentanti delle categorie coinvolte nella gestione della pandemia.