SICILIA – Ci siamo, da ieri è ufficialmente iniziata l’estate 2021. Con le temperature in aumento e le restrizioni sempre meno stringenti, tornano le giornate di sole, mare e abbronzatura. Cocktail in spiaggia, seltz al chiosco e granite vista mare. L’estate siciliana è unica nel suo genere. Il periodo più caldo dell’anno, però, presenta anche il suo rovescio della medaglia, dato l’elevato rischio incendi boschivi individuato in diverse zone dell’isola.
Le alte temperature, il vento di scirocco, le sterpaglie secche e, in certi casi, anche la mano dell’uomo che non rispetta le minime precauzioni in materia di sicurezza e prevenzione incendi, trasformano spesso la Sicilia in una “zona rossa” per quanto riguarda il rischio incendi. L’estate è appena incominciata, ma di roghi anomali già se ne parla.
Sterpaglie ed erbacce in fiamme a Librino (quartiere di Catania); un incendio partito dalla vegetazione e arrivato a toccare un deposito di carta e plastica a Motta Camastra (Messina); rogo in un’area collinare di Avola (Siracusa), pare in un canneto; dal fuoco alla tragedia a Portopalo di Capo Passero (Siracusa).
Tutti eventi incendiari che si sono verificati ben prima dell’inizio dell’estate (dato anche il caldo estivo anticipato) e ai quali ancora non è stata data una spiegazione. Uomo o natura? O, ancora peggio, un terribile mix tra i due? Solo le indagini potranno dare le risposte certe. Sta di fatto che delle regole da seguire per quanto riguarda la prevenzione incendi e valevoli almeno per l’uomo ci sono e valgono ogni anno e in ogni zona, da nord a sud.
Tra tutti, gli incendi boschivi sono sicuramente i più difficili da controllare e da combattere per i vigili del fuoco e tutte le forze messe in campo per combattere situazioni del genere. Vuoi la vastità dei territori solitamente interessati da questo tipo di roghi, vuoi la difficoltà nel raggiungerli, vuoi anche la gran capacità di diffusione del fuoco (in particolar modo in presenza di erbe secche), gli incendi boschivi rappresentano la più grande gatta da pelare per pompieri e addetti ai lavori.
Se mettiamo da parte i roghi causati esclusivamente da cause naturali (inevitabili in molti casi), molti incendi vengono generati dalla mano disattenta e irrispettosa di certi esseri umani, per essere poi sviluppati dall’intervento della natura (particolarmente favorevole alle fiamme durante la stagione estiva).
Ecco quindi pochi e semplici consigli su cosa fare per evitare gli incendi boschivi. Si tratta di piccole pratiche e attenzioni da mantenere nella vita di tutti giorni, nel rispetto della natura e nella prevenzione degli incendi.
Per evitare il formarsi di incendi nei boschi, infatti, è consigliato: evitare di gettare mozziconi di sigaretta o fiammiferi ancora accesi, i quali potrebbero incendiare l’erba secca; non accendere fuochi nei boschi, ma solo nelle aree attrezzate, prestando comunque attenzione e verificando che sia completamente spento prima di andare via; accertarsi che, una volta parcheggiata l’auto, la marmitta rovente non sia a contatto con l’erba secca; Per eliminare le sterpaglie non usare il fuoco; non abbandonare rifiuti nei boschi, in particolar modo bottiglie o frammenti di vetro (potenziali “accendini” con il sole che batte); denunciare chi accende fuochi in aree pericolose.
Inoltre, se si assiste a un incendio è bene: chiamare il 115, fornire le indicazioni necessarie per localizzare l’incendio, nonché le sue dimensioni. Se si è direttamente coinvolti nel rogo non cercare di spegnerlo senza avere con sé adeguato equipaggiamento e una preparazione ad affrontare simili eventi.
Sembra assurdo, eppure, proprio nel periodo più caldo per quanto riguarda gli incendi in Sicilia manca chi ci dovrebbe proteggere dalle fiamme: i vigili del fuoco. Come denunciato dal coordinatore regionale Usb vigili del fuoco Sicilia, Carmelo Barbagallo, la convenzione antincendio boschivo “rischia di saltare quest’anno a favore dei privati o, associazioni di Protezione Civile, ma gli interventi toccheranno sempre a noi pompieri“. In tal senso, il 17 giugno a Catania è stata organizzata e messa in atto una protesta proprio in merito all’argomento. Da ricordare che la convenzione viene stipulata nei periodi estivi per rafforzare le squadre dei vigili del fuoco, ma per l’estate 2021 la Sicilia sembra essere ancora indietro.
Inoltre, sempre secondo le parole di Carmelo Barbagallo, sono parecchie le criticità che i vigili del fuoco stanno affrontando in questo particolare periodo storico: “carenze di personale, l’aumento esponenziale degli interventi, boschivi e ordinari, vista anche l’antropologia dei territori a rischio sismico, incendi, idrogeologico ecc. Non si può pensare di diminuire i vigili del fuoco e farli lavorare di più, ricordando che non abbiamo tutela adeguata agli infortuni, alle malattie professionali ecc“.
Una situazione che porta i più a chiedersi come affrontare il periodo più caldo non solo da punto di vista climatico, ma anche per quanto riguarda gli incendi. Carmelo Barbagallo, intervenuto ai nostri microfoni, ha dipinto una situazione simile a quella dei medici durante il primo lockdown con la tragica saturazione degli ospedali: “Affronteremo il periodo incendi dovendo decidere chi dobbiamo salvare e chi deve aspettare. In Sicilia, solo di vigili del fuoco operativi sul campo, la carenza è di oltre 300 unità. Salveremo il salvabile come sempre, ma non possiamo sdoppiarci“.
La carenza di personale, in particolar modo, si fa sentire. Un esempio è l’incendio verificatosi a Ustica (Palermo) appena due giorni fa, per spegnere il quale si sono adoperati i carabinieri e i residenti della zona di contrada Arso. A creare disagio è proprio l’assenza dei vigili del fuoco nel Comune.
Ecco la situazione di personale in altre province siciliane secondo i dati del coordinatore regionale Usb vigili del fuoco: “Esistono Comandi, come: Catania con meno 37% di personale, Siracusa meno 30% Agrigento, Caltanissetta, Enna meno 20/25%. Una situazione inaccettabile“.
Fonte foto Pixabay
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