Cronaca

Elena come Loris, quando le madri sono le artefici della manipolazione dell’anima

SICILIA – Non si trattava di un sequestro quello ai danni di Elena Del Pozzo bensì un atto vergognoso figlio di una società in continuo marciume e priva di valori.

È stato ritrovato oggi, tra lo sgomento generale e le continue domande senza risposta, il corpicino della piccola. Un gesto sconsiderato della madre, Martina Patti, nei confronti della figlia.

Solo la triste verità di un’atrocità molto più vicina e sconvolgente, come spesso tragicamente capita. Capire, analizzare, trovare i motivi serve a fare in modo che quanto accaduto non ricapiti più.

Sono ovvie le ragioni per cui si cerca di capire quali sono le motivazioni che portano ad un atto riprovevole. Capire e giustificare sono due cose diverse.

Elena come Loris

Non è un caso isolato, come è possibile testimoniare ripercorrendo le scene dell’omicidio di Santa Croce Camerina nel mese di novembre 2014.

Un sabato pomeriggio da ricordare, in negativo. Il corpo esanime di un bambino di 8 anni è stato gettato in un canalone quasi fosse uno scarto. Al piccolo Loris Stival è stato riservato un trattamento che non si applica neanche agli animali.

Nel frattempo, il dolore e le grandi domande sulla morte di un innocente sono stati sopraffatti dalla curiosità del circolo mediatico dei salotti televisivi. E le chiacchiere hanno coperto col loro frastuono il pianto di chi sa ancora commuoversi di fronte a tragedie come questa.

Col caso Loris, l’attenzione è stata catturata per troppo tempo dalla ricerca del mostro e quando le indagini hanno portato all’arresto della madre, Veronica Panarello, tutto l’accanimento è stato riservato alla ricostruzione del retroscena.

L’omicidio di Loris Stival è stato visto come qualcosa di tragicamente normale. Un fatto di cronaca che di colpo diventa una fiction da raccontare perché si punta più ad apparire che ad essere, ciò che importa è arrivare a contare qualcosa.

Si potranno dire mille cose e che esistano mille problemi, ma niente giustifica l’omicidio di un figlio, con messa in scena premeditata. Capacità di concepire non è sinonimo di amare, di madre o di padre.

Foto di repertorio

Redazione

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