Covid, Sicilia “in prova” per 15 giorni. Musumeci: “Se le misure non saranno sufficienti prorogheremo la zona rossa”

Covid, Sicilia “in prova” per 15 giorni. Musumeci: “Se le misure non saranno sufficienti prorogheremo la zona rossa”

SICILIA – Si è appena svolta la conferenza stampa tenuta dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, in collegamento dal Palaregione di Catania, alla presenza degli assessori Armao, Razza e Lagalla.

I temi centrali su cui si discute e si istruisce la popolazione sono quello relativo all’accordo Stato-Regione e l’istituzione della zona rossa.

Primo tema: Accordo finanziario con lo Stato

Ad aprire il discorso è Nello Musumeci che, sul primo punto relativo all’accordo finanziario con lo Stato, ha dichiarato: “Nel novembre del 2019, ho partecipato a una seduta del Consiglio dei Ministri, chiedendo al Governo centrale, di sottoscrivere un accordo che potesse mettere ordine ai conti della Regione. Con l’applicazione del 118 ha dovuto aprire ‘gli armadi segreti’: sono venute fuori realtà che in passato non erano emerse in tutta la loro dimensione e abbiamo potuto prendere atto che la Corte dei Conti aveva sollevato una serie di questioni. Si tratta di un disavanzo consistente (quasi 2 miliari di euro) determinato da quasi un trentennio di ‘allegra gestione’ delle finanze pubbliche e disordine contabile“, aggiunge.

Questo è emerso all’inizio e abbiamo dovuto prendere atto di questa amara realtà. Abbiamo assunto l’impegno che entro 3/4 mesi avremmo istituito un tavolo per capire quali riforme attuare per rimettere ordine nei conti. Nessun intervento del Governo a gennaio e febbraio, poi scrivo di nuovo al Governo e il 27 febbraio ci accorgiamo di essere in epidemia e capiamo che è diventata pandemia”.

“Ecco perché per tutto il 2020 siamo rimasti in attesa di poterci re-incontrare. Alcuni giorni fa abbiamo definito un accordo e questo ci chiama a compiere ulteriori sacrifici. Paghiamo per responsabilità non nostre ma finalmente riusciamo a mettere in ordine i conti della Regione“, conclude.

L’intervento dell’assessore Armao

L’assessore Armao, poi, scende nel dettaglio dell’accordo, facendo prima una premessa: “In un anno abbiamo definito molti accordi con lo Stato, riconoscimento di un’autonomia speciale di cui è dotata la Sicilia. Il disavanzo deve essere ripianato in 3 anni, ma per far questo si sono tenuti diversi confronti. Il primo risultato è stato il riconoscimento di 740 milioni di entrate coperte dallo Stato; il secondo risultato di 13 milioni di euro per il differimento delle rate di mutuo. Abbiamo tenuto anche 400 milioni di euro entro il 31 dicembre scorso di liquidità“.

Il disavanzo è una manifestazione di disordine e incapacità di tenere bene i conti, a seguito di questo accordo abbiamo la possibilità di ‘spalmarlo’ in 10 anni. Inoltre, 421 milioni di euro si liberano, quindi, nel 2021. Elemento importante per non devastare il bilancio. Siamo l‘unica regione italiana che ha ottenuto questa deroga“, spiega.

A differenza della prima proposta dello Stato, si è cercato di arrivare a un approccio più equo e graduale, tramite interventi mirati“, conclude l’assessore aggiungendo anche altri dettagli che attengono sempre alla gestione delle spese e dei risparmi.

Secondo tema: Zona rossa

Altro tema caldo è quello della “zona rossa” in Sicilia, in vigore da domani 17 gennaio. Nello Musumeci sul punto: “Misure atte a ridurre l’impennata dei contagi che ha seriamente preoccupato il Governo e il Sistema Sanitario Regionale. Si tratta di una decisione sofferta e a lungo meditata, non è dettata da spinte emotive. Il Governo condivide la nostra esigenza. Dichiarare la Sicilia ‘zona rossa’ rappresenta l’unico possibile rimedio, non sappiamo quali saranno i risultati ma la vogliamo applicare per 2 settimane, alla fine faremo i conti e vedremo quali saranno gli esiti. Se non saranno sufficienti, prorogheremo la zona rossa con ulteriori misure contenitive“.

“Le misure più forti garantiscono la riduzione dei contagi”

Ruggero Razza fa eco a Musumeci: “Un ulteriore dato che ha spinto verso la zona rossa è quello del sostanziale superamento della soglia di sicurezza in base al contact tracing. Se mettiamo insieme tutti i dati e il dovere di proteggere il sistema sanitario in toto, ci si rende conto che anticipare di qualche giorno una misura ha il doppio valore di proteggere il sistema sanitario e produttivo, dando un’adeguata risposta alle esigenze“.

Se si cresce significativamente nel numero del fabbisogno ospedaliero, vuol dire che si devono convertire strutture sanitarie e si deve attenzionare. Le misure più forti garantiscono la riduzione dei contagi. Queste tre settimane e le ulteriori in zona rossa ci consentiranno di veder diminuire i contagi. Lo dice quanto accaduto nelle fasi precedenti: le regioni rosse hanno subito una riduzione del 50%, le altre zone invece del 30%“, conclude.

E le scuole?

Categorico il presidente della Regione Siciliana sulla gestione dell’emergenza nelle scuole: “In questa prima fase ci limiteremo alla didattica a distanza per seconda, terza media e superiore. In presenza, infanzia, primarie e prima media. Se tra due settimane il dato non cambia, chiuderò anche il resto. Nessuno può farmi cambiare idea. Non sono le scuole il focolaio dell’infezione, ma monitoreremo la situazione“.

Poi aggiunge: “Siamo una delle regioni che ha fatto meglio i conti con la campagna di vaccinazione, anche se siamo una delle regioni con il numero più alto di contagi“.

“15 giorni per verificare cosa potrà succedere”

L’assessore Lagalla, infine, fa il punto sulle scelte adottate per le scuole: “Un’indicazione di tutela. I numeri relativi al contagio dei soggetti che torneranno in classe non si discostano dai dati epidemiologici che avevamo prima delle festività natalizie”.

“Noi abbiamo 15 giorni per verificare che cosa potrà succedere. La Sicilia, comunque, sarebbe pronta ad ammettere il 50% delle scuole superiori perché il Governo della Regione ha disposto il piano di rafforzamento dei trasporti che era già disponibile dall’8 gennaio. Loro sono pronti a ripartire quando ci sarà il via”, specifica.

“Laddove si verifichino condizioni di particolare diffusione dell’indice di contagio, i sindaci, con parere formale dell’Asp di riferimento, possono determinare ordinanze locali di chiusura totale o parziale delle scuole. Una scelta localizzata e puntuale è indubitabile ed è documentata da dati alla mano e monitoraggio costante. Lavoriamo basandoci su riferimenti certi e da lunedì inizia il monitoraggio su chi rientra a scuola”, chiude.

Le immagini video della conferenza stampa