A Catania e Palermo il comparto Scuola scende in piazza contro il Governo

A Catania e Palermo il comparto Scuola scende in piazza contro il Governo

SIRACUSA –  Domani a Catania a piazza Roma e a Palermo a piazza Politeama ore 9.30, sciopero della Scuola.

I docenti Cobas si uniscono allo sciopero nazionale proclamato per domani da Flc Cgil, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Federazione Gilda Unams, Cub Sur, Fisi, Sisa – Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente e ANIEF, ribadendo la centralità del diritto allo studio subordinato a rivendicazioni ormai divenute improcrastinabili.

“Come i governi precedenti, – scrive l’Esecutivo nazionale Cobas – anche il governo Draghi, nonostante l’enorme disponibilità di fondi europei, prosegue, con il PNRR e la legge di bilancio, nell’attacco al diritto all’istruzione e ai lavoratori/trici della scuola, visto che i provvedimenti sono caratterizzati da: 1) proposte salariali per il rinnovo del contratto (scaduto nel 2018) ridicole e offensive, come nel caso del premio per la “dedizione al lavoro”, che ricorda le campagne del ventennio; 2) nessuna stabilizzazione del personale precario, docenti e ATA; 3) nessun investimento nell’edilizia scolastica, con conseguenti problemi per la sicurezza, cresciuti ulteriormente con la pandemia; 4) nessuna riduzione strutturale del numero degli alunni/e per classe; 5) nessuno stop ai progetti di Autonomia differenziata con i quali si vuole regionalizzare l’istruzione, che anzi vengono di nuovo allegati alla Legge di bilancio”.

In questo contesto, a fronte di una stragrande maggioranza di lavoratori/trici (intorno al 95%) che ha scelto di vaccinarsi, il governo, per nascondere incapacità e inefficienza, nonostante nelle scuole si stia lavorando regolarmente, impone la vaccinazione obbligatoria, che non tutela la sicurezza sul luogo del lavoro e di cui non si comprendono le motivazioni scientifiche.

Determinando, così, una situazione paradossale per cui nelle aule sarà comunque presente una maggioranza di persone, gli alunni/e, non vaccinati, né controllati (per questi ultimi, sia chiaro, non si chiede la vaccinazione obbligatoria, che violerebbe il diritto all’istruzione). Al tempo stesso, – concludono i docenti Cobas – riteniamo la campagna di vaccinazione e la sospensione dei brevetti strumenti indispensabili, anche se non unici, per combattere la pandemia.