SICILIA – “I dati dei contagi in Sicilia sono la prova – secondo il Codacons – che nell’isola la zona rossa non funziona, anzi che la ‘zona rossa rafforzata’ del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci non produce gli effetti da lui sperati. Il bollettino del 21 gennaio, infatti, parla di 1.230 nuovi casi di Covid in Sicilia nelle ultime 24 ore, con 28 morti e un aumento dei ricoverati in Terapia Intensiva, che a oggi sono 221, con un incremento di 6 unità rispetto all’ultima rilevazione”.
“Inoltre – prosegue la nota del Codacons – sul fronte vaccini le cose non vanno affatto meglio, poiché a seguito della netta riduzione delle consegne del vaccino Pfizer, in Sicilia si è sostanzialmente fermata la campagna vaccinale. D’altra parte, le dosi del farmaco Pfizer già consegnate sono state accantonate per garantire la seconda dose ai soggetti già vaccinati. In Sicilia ci troviamo, quindi – dice il Codacons – in una situazione di stallo per l’immunizzazione e di crescita costante in relazione alle infezioni”.
“Tutto questo nonostante venga sbandierata dal governatore Musumeci l’instaurazione di una zona rossa rafforzata, che evidentemente non è sufficiente. Lo abbiamo chiesto più volte, in diverse occasioni – continua il Codacons – di chiudere le scuole di ogni ordine e grado e di minimizzare le attività degli uffici pubblici nell’isola, chiudendo tutte le attività commerciali per almeno tre settimane, tranne quelle dei beni e servizi essenziali. Solo in questo modo, in base a quanto riportato dai maggiori esperti, si può ottenere la decrescita dei contagi“.
In tal senso si è espresso anche il dottor Cartabellotta, presidente della fondazione GIMBE, che segue dall’inizio l’evoluzione della pandemia, secondo cui la letteratura internazionale ritiene preferibile un lockdown totale di 3-4 settimane, in modo da resettare il sistema e ripartire con il tracciamento. “Inoltre – aggiunge il Codacons – non si comprende che senso abbia a oggi lasciare aperte quasi tutte le attività, salvo palestre, ristoranti e negozi di abbigliamento, così come disporre la didattica a distanza solo per gli studenti dalla seconda media in poi, imponendo di andare a scuola ai bambini dal nido sino alla prima media”.
“Diffidiamo, dunque – conclude il Codacons – il presidente della regione Musumeci ad adottare immediatamente un vero e proprio lockdown, senza perdere altro tempo, perché di tempo se ne è già perso abbastanza e, non essendovi risultati positivi nelle scelte fatte, occorre assumersi la responsabilità di adottare soluzioni anche impopolari ma utili alla salute della collettività. La vita dei siciliani è nelle sue mani caro governatore, si adottino misure drastiche”.
Fonte foto Pixabay.com
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