SICILIA – Tra cementificazione selvaggia, incendi boschivi e crimini contro la natura per la Sicilia è allarme rosso.
Questi fenomeni incidono pesantemente e sono tra i più invasivi in Italia. Con 4.245 reati accertati, la Sicilia è seconda, dopo la Campania, nella classifica nazionale dell’illegalità ambientale stilata dall’annuale “Rapporto Ecomafia” di Legambiente.
Il dato, riferito al lavoro di contrasto delle forze dell’ordine e delle capitanerie di porto nel 2020, corrisponde al 12,2% del totale nazionale e fa registrare un +30,3% rispetto all’anno precedente, nonostante il lungo lockdown e le restrizioni dovute alla pandemia. Tra le città capoluogo, Palermo è al 4° posto e Catania all’8° per numero di illeciti.
Secondo posto nazionale nella classifica degli incendi boschivi (582, il 13,7% del totale), ma primato assoluto per superficie incendiata (36.321 ha). Quattordici le persone denunciate, 0 quelle arrestate (su 18 a livello nazionale), 1 sequestro (su 79). Il 54,7% dei roghi si è concentrato in Campania, Sicilia, Calabria e Puglia.
Inoltre, la Regione siciliana è al 1° posto nella classifica del cemento fuorilegge, con 1.650 reati contestati (pari al 14,5% del totale nazionale), 1.676 persone denunciate e 210 sequestri. Il 48,7% dei reati si concentra tra Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. Siracusa è ottava tra le città capoluogo, Catania è 17ª e Palermo 18ª nella classifica dei capoluoghi di provincia. Dal 2004 al dicembre 2020, le ordinande di demolizione eseguite sono state in Sicilia solo il 20,9% peggio hanno fatto solo Campania, Calabria e Puglia.
Infine, sesto posto per l’Isola con 489 reati accertati (il 5,9% del dato nazionale), con 716 persone denunciate, 41 arresti e 258 sequestri. Catania è 13ª nella classifica delle città. La Sicilia è 1ª per numero di incendi negli impianti di trattamento, smaltimento e recupero (dal 2013 al 2021, 194 casi accertati, il 15% del totale nazionale).
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