RAGUSA – Parti sociali in rivolta contro la decisione di Eni di vendere le sue quote di maggioranza di Versalis.
Versalis opera nel settore della chimica su tutto il territorio nazionale e, in questo ultimo periodo, sta cercando di specializzarsi nel settore della “Chimica Verde”.
Chimica Verde di Versalis è un’importante realtà industriale per tutta la Sicilia, è sostanzialmente priva di impatto ambientale, valorizza la completa integrazione con il territorio che ne ospita gli impianti offrendo allo stesso opportunità di crescita.
L’ipotesi attualmente al vaglio dell’Eni prevede la vendita almeno del 70% di Versalis, quindi Eni manterrebbe una quota del 30%, con il vincolo italiano. I sindacati, invece, chiedono che a fianco del 30% detenuto da Eni , lo Stato intervenga tramite la Cassa depositi e prestiti ed entri nell’azionariato di Versalis.
Per la Sicilia sarebbe un rischio pericolosissimo che ha messo in agitazione tutte le parti sociali.
“Ci sentiamo in dovere di intervenire poiché, in città, sembra che tutto stia passando inosservato – affermano i portavoce di RagusAttiva Cinque Stelle -. Posti di lavoro a rischio, famiglie in difficoltà e ricadute pessime per l’economia cittadina“.
“La scelta dell’ENI di abbandonare la chimica – continuano i pentastellati -, soprattutto in Sicilia e a Ragusa, e concentrarsi solo sulla ricerca di petrolio, con la complicità del Governatore Crocetta, è un fatto molto grave. Il Governo italiano, che attraverso il ministero dell’economia è azionista di controllo di ENI, deve fare la sua parte imponendo con la massima tempestività chiarezza sulla sorte di Versalis, e promuovere una soluzione che ne mantenga gli investimenti nei settori puliti e innovativi e potenziare quelli nella ‘Chimica Verde’, con un occhio alla necessaria salvaguardia dei livelli occupazionali“.
“Eni non vuole solo cedere la chimica di Versalis a un fondo privato, il progetto è molto più ampio e in parte anche realizzato, ovvero quello di abbandonare definitivamente la Sicilia e l’Italia con la complicità del Governo“. Lo affermano i segretari di Filctem, Femca e Uiltec di Ragusa, Giorgio Saggese, Filippo Scollo e Giuseppe Scarpata.
Per i sindacati “l’Italia rischia di rimanere senza chimica e raffinazione da un giorno all’altro. In Sicilia, inoltre, sarà il deserto industriale. Il problema è proprio questo. Non abbiamo di certo paura di una cessione di quote Eni a un fondo internazionale di Private Equity per la chimica di Versalis: occorre però sapere, e subito, quante di queste quote saranno vendute e che ruolo avrà Eni, se di garanzia e controllo, oppure di semplice socio di minoranza con una porta sempre aperta per una retrocessione totale dalla chimica. Altro che la ricerca di un compagno di viaggio, così come dichiara alle stampe Claudio Descalzi, amministratore delegato del gruppo Eni, per consolidare produzioni, occupazione e investimenti. L’exit strategy del cane a sei zampe dalla chimica e dalla raffinazione ha avuto inizio già nel 2008 con la chiusura del cracking di Gela, poi è stata la volta del politene di Gela e dopo ha chiuso pure l’impianto lineare di Priolo“.
Domani, martedì 12 gennaio alle ore 16,00 i segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e dei sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil incontreranno a Roma il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi e l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi per affrontare il tema rovente del futuro della chimica italiana.
Nello stesso giorno è previsto un presidio dei lavoratori sotto la sede del ministero dello Sviluppo Economico. Il sindacato spiega di volere “contrastare il piano di Eni che prevede la cessione di quote di maggioranza detenute da Versalis ad un fondo finanziario SK Capital, del tutto inadeguato di fronte all’impegno richiesto dall’acquisto di Versalis stessa: infatti i numeri, e non le parole, dicono che SK Capital ha investito 1,5 mld dal 2009 ad oggi, mentre solo per l’acquisto di Versalis dovrebbe investire una cifra analoga”.